Servono incentivi e atti concreti a favore del comparto corilicolo, un settore in forte espansione che riveste un’estrema importanza per l’economia della provincia alessandrina. “Il 2019 ha visto un drammatico calo del ciclo produttivo della nocciola e la situazione contingente si sta ripercuotendo negativamente sull’intera filiera, dall’impresa agricola alle grandi aziende di trasformazione – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco– Tutto ciò è stato principalmente causato dai cambiamenti climatici, che hanno determinato una scarsa impollinazione del nocciolo e, di conseguenza, scarse produzioni”. Tale situazione ha pesantemente condizionato l’esito produttivo e qualitativo della campagna corilicola e, dalla prime e più ottimistiche stime, la produzione si attesterebbe in calo del 20–40 per cento. Lo stesso fenomeno della cascola, che caratterizza la varietà Tonda Gentile Trilobata, mai si è verificata con un’intensità tale negli ultimi anni, variando da un 20% fino ad un 50-60% di prodotto. “La cascola è da sempre una costante della coltivazione del noccioleto ma quest’anno le percentuali hanno raggiunto livelli davvero preoccupanti. – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo– Tutto questo senza dimenticare l’apprensione destata dalla cimice asiatica che sembra aver individuato nel nostro areale un luogo ottimale per svilupparsi manifestando la propria presenza in misura difforme ma consistente un po’ ovunque sul territorio provinciale. E’ molto difficile in questo momento fare una stima del quantitativo di nocciole che verranno raccolte, ma le previsioni sono preoccupanti”. Alla luce di tale situazione Coldiretti chiede l’avvio delle procedure per ottenere il riconoscimento, da parte della Regione Piemonte, dello stato di crisi per il settore, attivando le misure di sostegno necessarie che possano, perlomeno, attenuare lo stato di sofferenza in cui versano gli operatori del comparto. “Il 2019 verrà archiviato come l’anno nero della corilicoltura – concludono il Presidente Biancoe il direttore Rampazzo– e ad aumentare la preoccupazione si aggiunge da una parte la quantità di nocciole importate, soprattutto dalla Turchia, nel nostro Paese che fanno concorrenza a quelle del territorio e dall’altra la condizione di sostanziale schiavitù in cui vengono prodotte e raccolte”. Lo sviluppo del settore passa attraverso accordi di filiera come quello stipulato da Coldiretti col gruppo dolciario Novi-Elah-Dufour di Novi Ligure, che coinvolge i produttori alessandrini e astigiani, vengono conferiti circa 10 mila quintali di nocciole, esempio virtuoso di un’agroindustria che ha come obiettivo la tutela del Made in Italy per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese, per mantenere e valorizzare la distintività delle produzioni d’eccellenza.
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