CASALE – La Junior Calcio Pontestura è lieta di annunciare che, a partire dal prossimo primo gennaio 2021, Nicola Artico entrerà a far parte del suo Consiglio Direttivo, rivestendo la figura di Consigliere e Dirigente. Per il club casalese non si tratta di un ingresso di poco conto, perché Nicola si può considerare a tutti gli effetti una bandiera del club. Quando, al termine della scorsa stagione, aveva comunicato l’intenzione di appendere gli scarpini al chiodo, la dirigenza giallo-rosso-blu non ha perso un solo istante, manifestando compatta, l’intenzione di non perdere un uomo capace, onesto, responsabile, profondo conoscitore dell’ambiente, in grado di poter dare molto alla causa juniorina anche al di fuori del rettangolo di gioco. Nicola Artico, nato a Casale Monferrato, il 12 dicembre 1988, ha iniziato a giocare all’età di 5 anni nel settore giovanile della Junior. A sette anni il passaggio al Casale FBC ed una permanenza in nero-stellato che si è protratta fino al compimento del diciottesimo anno di età. La carriera di Nicola Artico si successivamente sviluppata al San Carlo (Promozione) ed a Sartirana (prima categoria). Qui, un brutto infortunio (rottura della rotula del ginocchio sinistro) ha costretto il bomber ad abbandonare il calcio. Tre anni da animatore turistico non sono comunque riusciti a togliere dal cuore e dalla mente il grande amore verso il pallone. Terranova (seconda categoria), Occimiano (prima categoria) sono le tappe che hanno accompagnato Nicola verso il ritorno alla Junior (2015). Una stagione storica per il club perché dalla seconda si è passati alla prima categoria ed i gol realizzati da Artico sono stati decisivi. Da allora (fatta eccezione per una piccola parentesi alla Pastorfrigor), Nicola non ha più svestito il giallo-rosso-blu. Nella JCP le stagioni più belle, culminate con la promozione in Prima Categoria e con la conferma di essere uno dei bomber più prolifici e costanti del territorio. “Gli anni alla Junior sono stati belli e fondamentali perché mi hanno dato l’opportunità di entrare a far parte di una società diversa da tutte le altre. L’anno degli spareggi e della promozione è ancora un’emozione fortissima, ma ricordo con piacere le ultime due stagioni al Casale perché lì ho assaggiato un calcio diverso, molto vicino al professionismo. Con Lerda allenatore e con compagni come Ebagua, La Tartara e Coletto, ho potuto apprendere molto. Come giovani eravamo seguiti, corretti, consigliati ed aiutati nel migliore dei modi. L’esperienza dei play-off di serie D è stata oltremodo formativa, al pari del campionato successivo in C2 dove ci allenavamo con la prima squadra e spesso venivamo convocati”.
Nicola, la storia con la JCP e con il calcio non poteva finire con una stagione troncata dalla pandemia.
“La Junior mi ha sempre dato l’opportunità di essere al centro del progetto. Quando mi sono accorto che fisicamente facevo fatica a restare al passo e che il lavoro non mi permetteva di applicarmi come volevo, ho fatto un passo indietro e l’ho comunicato alla società. Inizialmente Daniele Temporin e Roberto Zanforlin mi hanno detto che ci sarebbe stato sempre posto per me alla Junior ed hanno compreso la mia situazione. Gli sviluppi degli ultimi giorni hanno sorpreso positivamente anche me e sono orgoglioso della proposta che mi è stata fatta”.
La società ti ha voluto da atleta ed ora ti vuole come dirigente. Una bella responsabilità e soprattutto una bella dimostrazione di fiducia. Quali saranno i tuoi compiti?
“Era il giorno del mio compleanno. Daniele Temporin mi disse che come regalo voleva darmi un incarico nel consiglio direttivo. Un regalo per me e per il club. Questa cosa mi ha fatto un enorme piacere e non ho potuto dire di no. All’inizio della stagione ho seguito mister Bellingeri da bordo campo, per imparare le dinamiche tra atleti, staff e società. Il nuovo lockdown ha interrotto questa esperienza, ma ora si ricomincia e come Dirigente Consigliere cercherò di dare il mio contributo. Le responsabilità non mi spaventano”.
Sono giorni molto particolari per Nicola Artico uomo, perché stai condividendo con Chiara la gioia di essere diventato genitore di Alessandro.
“Quando ho preso in braccio Alessandro per la prima volta ho provato un’emozione che non so descrivere. Mi sembrava di morire dalla gioia e dalla felicità. Passatemi un paragone calcistico (visto che siamo in questo ambito), è stato come segnare un gol decisivo in una finale mondiale. Rimani senza fiato, la tua vita cambia, ma ti si apre un orizzonte bellissimo perché devi crescere un figlio e lo devi fare nel miglior modo possibile. Quella di padre è una gran bella avventura, necessariamente da vivere”.
La squadra è subito chiamata ad una grande impresa. Ritieni abbia le potenzialità per far valere le proprie credenziali?
“L’eventualità di un campionato più corto, toglie margini di errore. I punti pesano e noi il jolly ce lo siamo già giocati. Sarà durissima, ma credo in questo gruppo e ritengo che sia uno dei più forti degli ultimi anni. Può valere il Derthona dei record e possiede i requisiti per promuovere senza la trappola dei play-off”.
Se dovessi definire la JCP con tre aggettivi, quali useresti?
“Ne basta solo uno. Quando ti rendi conto che sei in un club dove tutti sono trattati allo stesso modo, dove esistono rispetto e fiducia reciproci e dove il legame che si crea è di quelli indissolubili, allora sei parte di una FAMIGLIA. E questa cosa ti da una forza incredibile per poter affrontare e superare qualsiasi ostacolo”.