Dopo la fumata bianca, finalmente il nome dell’eletto. Nessuno si aspettava che il cardinale Bergoglio fosse scelto come nuovo Papa. Sui giornali si era parlato di lui, però non era tra i papabili, considerato ormai troppo anziano. Nessuno se lo aspettava e quindi la gradita sorpresa per tutti. Le persone che ho incontrato dopo la notizia dell’elezione del card. Bergoglio come Sommo Pontefice hanno manifestato una grandissima gioia.
Ho conosciuto personalmente il cardinale nel 1991 quando, come aministratore della diocesi di Neuquén, ho participato all’assemblea della Conferenza Espiscopale Argentina. Lí ho saputo che la famiglia era della zona di Asti, anche se lui era nato in Argentina.
Invitato dal Vescovo Marcello Melani, era venuto a Neuquén nel settembre del 2009, dove si era incontrato con il presbiterio e aveva partecipato al grande pellegrinaggio della cittá di Neuquén, fino a Centenario, la cittadina in cui era la mia parrocchia Maria Ausiliatrice.
Il card Bergoglio è una persona semplice, molto alla mano, vicino alla gente, a quelli che soffrono e a quelli che sono esclusi dalla società. Non ha mai voluto usare una macchina ufficiale, anche da cardinale viaggiava in corriera o nella metropolitana. E’ prima di tutto un ‘pastore’ che ha messo l’archidiocesi di Buenos Aires in stato di ‘missione’ e ha invitato i credenti a non chiudersi in sacrestía, ma ad andare incontro specialmente ai bisognosi, tanto in senso materiale come spirituale.
In varie occasioni ha criticato duramente la corruzione e la tratta delle persone con immagini molto impattanti: “Ci si preocupa di piú di un cane che di questi nostri schiavi”. O “la schiavitú è realtá di oggi, ci sono bambini che vivono in strada da anni, non si sa quanti siano, però sono molti”.
Denunziò che ci sono bambine che “finiscono di giocare con le bambole per essere obbligate alla prostituzione, perché furono rubate, vendute o tradite”; ha criticato con forza il “ridurre o eliminare il valore supremo della vita e ignorare i diritti dei bambini non ancora nati”, sostenendo che “l’aborto non è mai la soluzione”.
Si è opposto a che si permetta l’uso personale della droga ed ha esortato i giovani a non lasciarsi illudere dai “mercanti della morte”.
Il nome che si é scelto è certamente un segno del programa che cercherà di mettere in pratica, “restaurando la Chiesa nella povertá”.
Nella Messa della sera di mercoledì 13 marzo che abbiamo celebrato a Neuquén (l’annunzio del Papa è stato alle 20,06 ma in Argentina erano le 15), la gente ha partecipato numerosa e allora ho ricordato che se erano contenti di avere un Papa argentino, dovevano essere coscienti del dovere di pregare per lui, di non lasciarlo solo a realizzare la difficile missione che il Signore gli ha affidato.
Don Graziano Cavalli – Neuquen