Il rock anni ‘60 e ‘70, anche quello impegnato, era sì legato al mondo degli affari, ma manteneva comunque una forte indipendenza creativa; dagli anni ‘80 in poi la creatività, che pur esiste, viene sempre più indirizzata dagli esperti di comunicazione di massa, che creano tendenze effimere subito bruciate in nome di una nuova moda. Si è perso così negli anni il contenuto artistico nella musica. Negli anni ’70 si arrivava ad ascoltare in gruppo e in religioso silenzio anche album di durata superiore all’ora. Sono venute a mancare sempre di più, opere destinate a durare nel tempo. Con la scusa di saper interpretare i gusti, si è scivolati verso un analfabetismo musicale, imitazioni destinate all’usa e getta. Nel sottobosco le proposte innovative continuano a circolare, ma dall’alto si seleziona solo quelle adatte a scopi di mercato. In poche parole “muzak” termine anglosassone che sta ad significare “musicaccia”. Ciò purtroppo si ripercuote anche nella vita di tutti i giorni, “non pensare che pensiamo noi per te”. Ecco un buon consiglio usando una frase tratta dalla canzone “Scuola” di Eugenio Finardi “studia matematica ma comprati un violino, impara a lavorare il legno, ad aggiustar ciò che si rompe…”
Rubrica a cura di Paolo Deregibus, insegnante corso di canto presso scuola Step Out di Casale Monferrato.
Info: Paolo Deregibus Music Project (Facebook)
Scuola “Step Out Art Studio”
Redazione “La Vita Casalese”