L’invito di Ima Ganora è sempre contagioso “giratevi verso il vostro vicino e sorridete”. Lo ha ripetuto anche in questi cinque appuntamenti di quelli che chiama “Monfrà Jazz Fest 6.2” vale a dire la seconda parte della sesta edizione del festival. Difficile però vedere le varie interruzioni in un’edizione che tra anteprime e location tra Monferrato e Casale ha già totalizzato decine di concerti tra aprile e oggi. Questa volta però l’intervento della Presidente dall’Accademia Europea d’Arte Le Muse, l’11 agosto al Santuario di Crea, ha aperto un capitolo tutto concentrato nello spazio, quello dei panorami più suggestivi della Valle Cerrina, e nel tempo: cinque concerti, appunto, concentrati in quattro giorni su e giù per queste colline dove il Fest è di casa. Per di più inframezzati da passeggiate, arte, cene gourmet e merende sinoire, nella vocazione di un festival che si è sempre sposato al territorio e quest’anno è ancora più focalizzato sulla sostenibilità ambientale e la tutela del paesaggio in tutte le sue forme.
Una vocazione che si sposa decisamente con il Parco di Crea, sito UNESCO in un territorio UNESCO, così dopo che il pomeriggio di venerdì 11 agosto è stato dedicato alle visite organizzate dall’Ente Gestione Sacri Monti nelle cappelle recentemente restaurate e cena gourmet del Ristorante di Crea, i tavoli sul sagrato del Santuario hanno lasciato spazio alle sedie per un pubblico numeroso e attento e al trio formato da Valerio Signetto, sax contralto, Marco Parodi, chitarra ed Enrico Ciampini, contrabbasso. Il concerto è un omaggio a Paul Desmond e ascoltando Signetto è facile capire l’affinità con il grande saxofonista autore di Take Five. Stesso suono vellutato, fraseggio morbido, dove la purezza delle note prevale sul virtuosismo e capacità di sviluppare contrappunto. E’ un viaggio che ha anche il pregio di farci scoprire la produzione di Desmond al di fuori di quella celeberrima con Dave Brubeck, con composizioni come la bellissima Wendy o Bossa Antigua che rendono la serata tra i calici e le luci della pianura ancora più raffinata.
Il giorno successivo il Monfrà Jazz Fest si sposta su un altro panorama sensazionale: quello del Belvedere di San Luigi a Cantavenna. E’ Pasquino Sterza, Presidente dell’associazione I Love Cantavenna a salutare gli intervenuti constatando il successo di pubblico: le sedie sono tante ma sono rimasti solo posti in piedi in questo balcone che si affaccia sulla pianura. Del resto in tanti sono già arrivati nel pomeriggio, anche da diverse località del Nord Italia, per partecipare alla camminata nel Bosco Vetusto a cura del Parco del Po piemontese e alla seguente merenda sinoira. Poi un pensiero commosso va al cantavennese Roberto Capra che stava pulendo proprio questo spazio, pochi mesi fa, quando è stato stroncato da uno shock anafilattico dopo essere stato punto da un calabrone. La musica invece si affida a Stefano Goia, chitarra, Paolo Bertazzoli, chitarra e Luca Negro, contrabbasso, ovvero il Malazur trio, nome che non arriva dall’Andalusia o dalla Camargue, ma è la contrazione in dialetto di “Valigia Azzurra”. Ed è davvero una valigia piena di sogni quella che propongono questi musicisti capaci di evocare le atmosfere dei fumosi club parigini tra gli anni Trenta e Cinquanta attraverso la musica di Django Reinhardt. Una rêverie fatta di suoni delicati e di pezzi come Django’s Castle, Oriental Shuffle, dal ricercato esotismo e una straordinaria esecuzione de La Foule resa immortale da Edith Piaf.
Domenica 13 agosto si assiste a un appuntamento doppio. Quella che è ormai una bella tradizione del Fest ci porta a Piancerreto di Cerrina, nella casa che fu del drammaturgo e poeta Armand Gatti. Una vita avventurosa vissuta tra la Francia e l’arte che trovava sempre qui la sua ispirazione. La giornata comincia offrendo proprio la possibilità di visitare lo studio nel quale è allestita una mostra temporanea dedicata a Letizia, la madre di Gatti, da cui l’artista ereditò l’abitazione. E’ una bellissima testimonianza di memorabilia commentati dai suoi discendenti, che danno un inedito punto di vista sulla storia italiana a cavallo tra 1800 e 1900. Poi dopo il saluto del sindaco di Cerrina Marco Cornaglia è tempo di blues nel parco dell’abitazione. A fare da contrappunto alle cicale ci sono Dario Lombardo alla chitarra e Andrea Scagliarini all’armonica che ci tengono a precisare come il loro sarà un viaggio alle radici di un genere musicale non costituito solo da tre accordi e 12 battute, ma capace di generare un mondo. Dotato di un ampio repertorio di aneddoti e di una nutrita rastrelliera di chitarre, Lombardo trascina il collega e il pubblico in una vera storia del blues spiegando in dettaglio le origini del Dobro e come siano nate le composizioni di Sonny Boy Williamson II, Buck White, Muddy Waters, JT Brown e mettendoci anche del loro con un The frog Leacker Blues dedicato a chi…lecca i rospi. Due ore assolutamente divertenti che passano veloci prima di mettersi a tavola per la merenda sinoira allestita dalla Proloco di Piancerreto. Qualcuno però sta già scollinando per andare a Mombello e all’apericena che la famiglia Imarisio ha allestito alla Cantinetta Resort. Di fronte a tanti calici il sindaco del comune Augusto Cavallo ringrazia Le Muse e ricorda come a Mombello non si faccia più la festa patronale, ma questo appuntamento arrivato al secondo anno stia diventando un importante momento di aggregazione per il paese.
La serata si intitola “Il canto della fenice – Sulle tracce di Jeanne Lee” ed è un’operazione coraggiosa quanto necessaria per riportare a volare un personaggio meraviglioso quanto in bilico sull’oblio. Gabriele Guglielmi, alla voce, accompagnato dalle tastiere di Paolo Maggiora, costruiscono uno spettacolo che rievoca la storia della cantante che ha saputo inserirsi nelle grandi avanguardie della musica, influenzandole direttamente: basti pensare a due nomi con cui ha collaborato quello di Archie Shepp, per free jazz, e di John Cage. La sua vita è lo specchio di un’epoca di grandi e piccole rivoluzioni, non solo nella musica ma anche nei costumi in cui è stata ugualmente anticonformista. Il duo sceglie non di ripercorrere didascalicamente la sua biografia e le sue composizioni, ma fondendo ogni elemento in uno spettacolo conforme al suo spirito. Brani dove si mescolano le sue poesie, articoli di giornali, le idee musicali che l’hanno influenzata, e che vengono ulteriormente arricchiti dall’esecuzione coreutica di Silvia Ferraris. Di certo alla fine abbiamo tutti voglia di saperne di più, la fenice è davvero rinata.
L’ultimo Let’s smile in Valle Cerrina di questo agosto ci ha portati sulla piazza principale di Varengo, per l’esibizione del Jazz Vocal Trio Le Scat Noir con Natalia Abbascià, voce e violino, Sara Tinti, voce e pianoforte e Ginevra Benedetti, voce. Non prima che anche Don Luigi Calvo abbia condotto una visita guidata alla Chiesa di Sant’Eusebio, gioiello del 1700 da poco restaurato e che il numeroso pubblico abbia potuto godersi un’altra merenda sinoira. Anche questa sera non c’è un posto libero. Il sindaco di Gabiano Domenico Priora ringrazia le persone che sono riuscite a organizzare questo evento nella piccola frazione e poi parte la musica. Le Scat Noir è un trio orgogliosamente schierato in difesa dei diritti civili e della parità di genere. Esordiscono con Natalie Cole e continuano con brani del loro disco Aerography, come “Estrella” in portoghese, canzone dedicata a Marielle Franco attivista brasiliana dei diritti civili uccisa dalla polizia, Song for Martina, melodia romantica dedicata all’amore in tutte le sue forme, e poi ancora “Atipica” un invito a pensare fuori dagli schemi, ma c’è anche tempo per una bellissima versione di Nuvolari di Lucio Dalla. A conclusione della serata Ima Ganora ringrazia ancora una volta tutto lo staff del Fest senza il quale questo immenso sforzo organizzativo non sarebbe stato possibile.
Ora il Monfrà Jazz Fest conclude il suo agosto a Casale con altri due appuntamenti della rassegna OFF alla Birreria Moonfrà di Casale Monferrato (Via Visconti, 9) dove il 18 agosto alle ore 21 si esibisce il “Bossa & Jazz duo” con Fabiana Rosa e Sandro Martinotti e il 31 agosto lo “Smokey Notes duo”, di Susanna Maiolani e Simone Menicacci. Ingresso gratuito, prenotazioni allo 0142 234234.
Per informazioni www.monjazzfest.it