«Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi” (Mt 9,9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore.
Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse – miserando atque eligendo –, gli disse: “Seguimi”». In questo passaggio dell’Homilia 21 di san Beda il Venerabile, proposta dalla litugia nell’Ufficio delle letture il 21 settembre, nella festa di san Matteo apostolo, è contenuta l’espressione scelta da Jorge Mario Bergoglio come motto episcopale: «Miserando atque eligendo».
Lo stemma episcopale del nuovo Pontefice, poi, oltre a riportare il motto, ha al centro, su campo blu, il monogramma di Cristo, presentato nella tipica forma grafica dei gesuiti, ordine cui appartiene Bergoglio. Appaiono, inoltre, anche una stella e un grappolo d’uva. Come di consueto, poi, lo stemma è contornato dai fiocchi posti su cinque file a indicare il cardinalato, come rivela il galero rosso, in alto, con le 15 nappe rosse per lato.