CASALE – Continuano gli appuntamenti per conoscere gli allievi dell’Istituto Musicale Carlo Soliva, dove ad ognuno è consentito di creare il proprio “viaggio” in compagnia della musica in modo personale, tenendo conto delle esigenze, delle aspettative e delle potenzialità di ciascuno.
Matteo Florio, abita a Ticineto, è allievo del maestro Stefano Profeta.
Che strumento suoni? La chitarra elettrica
Ti ricordi perché hai scelto proprio questo strumento?
All’inizio ero indeciso su che strumento scegliere, i miei genitori volevano che io suonassi ed ero indeciso tra batteria e chitarra. Alla fine il mio insegnante Stefano mi ha convinto a suonare quest’ultima.
Qual è il tuo musicista preferito?
La mia band preferita sono i Dream Theater, sono quelli che mi hanno influenzato di più musicalmente e artisticamente parlando.
Perché proprio loro?
La prima volta che li ho sentiti mi hanno dato una sensazione di novità incredibile, di qualcosa che non avevo mai ascoltato ed unico nel suo genere.
C’è stato un pezzo che volevi imparare a suonare?
Si, si chiama “Dance of Eternity” ed è della stessa band di cui parlavo.
E poi sei riuscito ad impararlo?
Sì, sono riuscito partendo da zero ed in 6 mesi sono riuscito ad impararlo tutto. Alla fine suonarlo al saggio di fine anno a scuola è stato un gran trionfo per me.
E c’è un pezzo invece che non sei ancora riuscito ad imparare?
Sì mi piacerebbe molto “Tender surrender” di Steve Vai.
E pensi che ci riuscirai?
Con costanza e impegno potrei farcela.
Tu te la ricordi la tua prima lezione di chitarra?
Assolutamente no, facevo quinta elementare, è stato tanto tempo fa…
Ti capita di suonare in gruppo con altri ragazzi e altri musicisti?
Avevo una band prima del covid assolutamente non costante, e questa situazione non ha fatto altro che fermarci definitivamente.
A scuola ti è capitato di suonare in gruppo con altri ragazzi?
Si la mia scuola, il Soliva, ha dei bei programmi di laboratorio musicale, devo dire. E poi ho fatto anche i campus estivi in cui ci si può riunire per una settimana e suonare tutti assieme e alla fine di solito esce fuori un bel concerto finale.
A cosa pensi mentre suoni?
Di solito mi concentro molto per cercare di capire che note suonare e come devo prenderle. Ultimamente faccio molta molta attenzione a cercare anche di non essere solamente concentrato su quello che devo suonare, ma, soprattutto nelle improvvisazioni, provare anche a “sentirmi” in modo da poi modificare il mio stile adattandolo alla canzone.
Secondo te, tutti dovrebbero suonare uno strumento musicale?
Assolutamente sì, è una cosa che ti cambia in un certo senso, stimola molto la creatività e permette di esprimerti in maniere che non ti potresti aspettare.
Se tu dovessi dare un consiglio a chi inizia, cosa gli diresti?
Di prendere lezioni da un’insegnante innanzitutto. E fare qualche prova per capire qual è lo strumento che può piacere di più, basandosi anche sulla musica che si ascolta. E in più, soprattutto all’inizio, di non lasciarsi demoralizzare se non si riesce a suonare una canzone difficile. Con impegno e costanza tutto verrà da sé.