Fiume Po: i dati emersi nei due anni dal primo campionamento sono risultati migliori delle previsioni se comparati ad altre realtà dei grandi fiumi europei e mondiali, ma le analisi hanno necessità di ulteriori e approfonditi monitoraggi che coinvolgeranno anche il territorio del Piemonte e le stazioni in diversi tratti: S. Antonio (Alessandria), Isola Serafini (Piacenza/Cremona), Boretto (Reggio Emilia/Mantova), Pontelagoscuro (Ferrara), Po di Goro (Delta/Rovigo)
Il progetto Manta River, tenuto a battesimo nel 2020 con la realizzazione di molteplici campionamenti in alcuni tratti del Po e nato con l’intento di studiare in modo approfondito le possibili concentrazioni di microplastiche nei corsi d’acqua del distretto, si potenzia e consolida estendendo il proprio raggio di azione e l’ulteriore livello qualitativo di analisi anche ad alcune zone strategiche individuate nella regione Piemonte. Manta River Project 2, ideato e coordinato dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po – MiTE e supportato dalla stessa Regione Piemonte, può contare su partnership di eccellente livello tecnico scientifico, le stesse che hanno contribuito in modo determinante a delineare il quadro nei due anni precedenti alla luce dei prelievi di risorsa idrica effettuati: Sapienza Università di Roma, Arpae Struttura Oceanografica Daphne, Ente di Gestione Aree Protette del Po Piemontese e AIPo.
Il primo campionamento piemontese si è tenuto oggi a Chivasso (To) in riva al fiume Po in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa tenutasi anche grazie al supporto logistico in loco messo a disposizione dall’Associazione Amici del Po. Fino al 2020 nessuna ricerca ufficiale aveva contribuito in maniera così strutturata e capillare a far luce sui potenziali inquinanti da plastiche nel corso d’acqua più lungo d’Italia e l’Autorità del Fiume Po ha riservato a questo fenomeno la massima attenzione per poter offrire una panoramica distrettuale approfondita e anche sperimentale nelle modalità e tipologie qualitative dei campionamenti a beneficio della collettività. Il focus sulle possibili concentrazioni determinerà le fonti e i percorsi, le aree di maggior impatto e l’assorbimento da parte degli organismi acquatici di queste tipologie di sostanze.
“Da sempre le ricerche approfondite e non episodiche, ma protratte nel tempo – ha commentato il Segretario di ADBPo Meuccio Berselli – sono fondamentali per individuare cause, effetti, ma soprattutto soluzioni alle criticità. La prima ricerca sia di macro che di microplastiche in Po ci ha consegnato un quadro molto più ridimensionato rispetto a quanto emerso da alcuni studi non continuativi e questo ci ha fatto capire che la strada della analisi approfondita è quella che può fare miglior chiarezza e fornire le indicazioni più efficaci per comprendere come certe sostanze siano presenti in mare. L’estensione al Piemonte dello studio era essenziale per disporre di un quadro ancora più fedele dell’intero contesto”. Aumentare la conoscenza, protrarre le occasioni di studio grazie team di ricercatori scientifici qualificati realizzando una tipologia di campionamenti secondo i protocolli ufficiali di analisi previsti dalla Direttiva Comunitaria 2008/56 rappresenta infatti un passo in avanti decisivo verso il contrasto al fenomeno e le successive azioni per mitigarne il possibile impatto.
“L’inquinamento da microplastiche è un tipo di inquinamento ‘subdolo’ perché non è visibile all’occhio, ma crea pesantissimi danni all’ambiente e a tutto l’ecosistema – afferma l’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati – . Ancora una volta dunque, la ricerca, approfondita e continuativa, si rivela un’arma fondamentale per conoscere lo stato dell’arte e anticipare, allo stesso tempo, i tempi della risoluzione di problemi ambientali da affrontare ancora non normati che ci potremmo trovare sul tavolo nel prossimo futuro. Gli esiti della prima ricerca hanno dato risultati più confortanti di quelli presunti, e ciò lascia ben sperare in un ulteriore miglioramento dello stato dell’ambiente”.
All’incontro, moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli, sono intervenuti tutti i partner del progetto Manta River che hanno confermato il loro supporto fattivo all’iniziativa di ricerca.
Maria Teresa Bergoglio, Ente di Gestione Aree Protette del Po Piemontese: “Conoscere per gestire al meglio il territorio. Nell’ambito del progetto Manta River Project 2 l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese supporterà prelievi e monitoraggi a Chivasso, in provincia di Torino, e Isola S. Antonio, provincia di Alessandria, all’interno del Parco Naturale del Po piemontese. Saranno 12 le giornate di impegno, per un anno di lavoro – la prima il 25 maggio a Chivasso e Isola S. Antonio. Fondamentale la collaborazione degli Amici del Po di Casale Monferrato che garantirà il necessario supporto agli spostamenti dei tecnici con le sue imbarcazioni”.
Cristina Mazziotti, Struttura Oceanografica Arpae Daphne: “Il Manta River Project è alla sua seconda edizione e questa nuova sfida, permettendo di avere più campionamenti sia nel tempo sia nello spazio, consentirà di valutare al meglio la variabilità del dato, sempre attraverso procedure standardizzate e le collaborazioni già proficuamente collaudate tra esperti dei diversi enti coinvolti. Arpae contribuisce con la sua esperienza in questo settore, ottimizzando la conoscenza delle microplastiche in mare acquisita negli anni di studio. Siamo contenti di condividere il nostro lavoro anche con i colleghi di Arpa Piemonte che iniziano ad approcciarsi a questa tematica, anche ai fini di un approfondimento della relazione tra ambiente e salute”.
Luigi Mille, direttore AIPo: “Il Comitato di Indirizzo di AIPo, formato dagli Assessori alla difesa del suolo e protezione civile delle quattro Regioni rivierasche del Po, ha deciso con convinzione di continuare la collaborazione con l’Autorità di bacino distrettuale e gli altri Enti coinvolti su un progetto di grande rilevanza qual è il MANTA River Project 2. Anche se l’Agenzia si occupa principalmente di sicurezza idraulica e di navigazione, la salute del Po e il miglioramento delle sue condizioni generali ci stanno molto a cuore, per l’importanza che il Grande Fiume ha per il territorio del Nord Italia da tutti i punti di vista, ambientale, economico, sociale, culturale e turistico. Per queste ragioni AIPo svolgerà, con la professionalità e la disponibilità del suo personale, supporto logistico alla navigazione per le attività di campionamento e prelievo delle microplastiche, mettendo disposizione le proprie imbarcazioni”.
Massimo Sarzano, presidente Amici del Po Casale: “La nostra mission, come associazione Amici del Po di Casale, è quella di promuovere la cultura del Grande Fiume, permettendone una sempre maggiore fruibilità anche attraverso la riscoperta delle sue tradizioni. Nell’importante ottica di tutelarne la salute è un grande onore per noi volontari partecipare al Manta River Project 2 accompagnando i tecnici nei campionamenti qui a Chivasso e a Isola Sant’Antonio, certi che sia proprio attraverso iniziative del genere che si garantisca una maggiore consapevolezza collettiva dell’importanza dei fiumi per la vita, e non solo per lo svago, di tutta l’umanità”.
All’incontro è intervenuta anche la direttrice regionale Ambiente ed Energia, Stefania Crotta. Infine, per l’Autorità Distrettuale, sono intervenute Fernanda Moroni e Elena Barbieri. Il progetto di campionamento capillare durerà 18 mesi e al termine saranno diffusi pubblicamente gli esiti della ricerca.