CASALE – Giovedì 29 dicembre ha concluso la sua giornata terrena e intrapreso, con serenità e letizia, il viaggio di ritorno alla Casa del Padre Pino Del Signore. È facile dire bene di una persona quando lascia questo mondo, ma per Pino ogni espressione sarebbe riduttiva e non si può racchiudere la sua eredità spirituale neppure in un libro, non gli sarebbe in ogni caso piaciuto. Schivo, nel suo lungo percorso di vita ha sempre incarnato il motto evangelico, “non sappia la destra, ciò che fa la sinistra”. “Ragazzo” del ’43, originario di Caresana, ma cresciuto a Porta Milano, in una famiglia con forti valori religiosi, impegnato da sempre nella vita della Chiesa prima, poi divenuta Parrocchia, come catechista e animatore liturgico. Dopo gli studi liceali si trasferisce a Milano per un percorso universitario che lo porterà ad assumere ruoli dirigenziali nel campo assicurativo, ma sempre mantenendo il contatto con Casale, dove tornava nei fine settimana da mamma Angela, rimasta presto vedova, assistendola con dedizione e sempre mantenendo l’impegno di catechista. Il contesto familiare, parrocchiale e pure giovanile universitario ha plasmato il suo cuore aperto, desideroso di infinito e soprattutto di espandere l’Infinito che portava dentro ogni settore della vita umana, in ogni ambito della società, nelle persone che incontrava. Ogni incontro con Pino era una ricchezza per chi entrava in relazione con lui. Ha saputo trasformare il motto di Giovannina Mazzone “ogni forma di bene mi attrae” in “ogni forma di bene, devo, voglio realizzare”. E lo ha fatto nella sua vita, ogni giorno. Abbiamo scritto Ragazzo perché ha sempre mantenuto lo spirito, l’entusiasmo , la volontà, la spontaneità di un ragazzo e, Pino non ce ne voglia, pure la sana follia di un adolescente che non si ferma davanti a nulla. Con lo spirito del “Se Dio è con noi, chi potrà essere contro di noi” ha promosso e contribuito a realizzare iniziative che la sola ragione umana non avrebbe mai ipotizzato. In lui erano incarnate e viveva contagiando chi gli stava accanto tutte le Opere di Misericordia, per Pino la carità non aveva confini, né limiti. Raccontano gli Amici che Pino girava sempre con la mano destra in tasca e dove c’era un bisogno, dove leggeva una necessità negli occhi di chi incontrava, interveniva, con un sorriso, estraeva la mano chiusa dalla tasca e la deponeva nella mano del fratello con discrezione e senza proferir parola. Animo fortemente missionario, con la partenza di Padre Tonino per lo Zaire si è adoperato per sostenere l’operato della Missione, grazie alla sua generosità ed al suo impegno nel coinvolgere persone, organizzando ogni sorta di iniziative per raccogliere fondi (sul terrazzo di casa a Milano coltivava vasetti che poi erano offerti nei molteplici mercatini missionari che organizzava) si è potuto scavare un pozzo e creare una piccola oasi, così le donne della tribù non dovevano più percorrere chilometri a piedi per fare approvvigionamento di acqua, ha costruito una chiesa con un piccolo oratorio , ma, giunti i ribelli, hanno raso al suolo tutto e Padre Tonino si è salvato per miracolo. Dopo il violento terremoto di Haiti, ha conosciuto Padre Gianfranco, missionario dei Camilliani impegnato in quella terra così martoriata da guerra civile e dalla estrema povertà e dalla condizione geografica. Col Gruppo Missionario della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria, che nel frattempo era cresciuto con lui e attorno a lui ha sostenuto materialmente le Missioni Camilliane dell’Alto Volta prima, del Madagascar e Haiti in ogni modo e senza mai mancare con la sua presenza generosa. Membro attivo della Comunità Camilliana Laica spende la propria vita al servizio dei poveri e dei malati, servizio svolto nella sua Parrocchia e negli ambienti che frequentava, come ad esempio la Comunità Cenacolo di Madre Elvira, nata quale risposta della tenerezza di Dio all’urlo di disperazione di tanti giovani smarriti, ingannati e delusi, vittime e schiavi di dipendenze, Comunità che ha sostenuto fino alla morte. Si potrebbe continuare all’infinito a raccontare di Pino, ma sarebbe un violare la sua privacy, la presenza sull’altare oltre al Parroco don Giuseppe, al collaboratore parrocchiale originario del Togo, don Euloge, a Padre Gianfranco Lovera, padre spirituale della casa di fraternità e spiritualità San Camillo di Piossasco, gemello di Padre Mimmo, a Padre Tonino e a Padre Tommaso unitamente a delegazioni provenienti dalla Comunità di Sr, Elvira e rappresentanti della Comunità Camilliana Laica di Piossasco oltre a giovani di tutte le età che hanno gremito la chiesa, ha voluto, interpretando il desiderio di Pino, non focalizzare sulle opere che attraverso di lui si sono realizzate, ma attraverso lui e con lui, colla sua presenza spirituale, alzare gli occhi al Cielo per ringraziare il Padre e implorare la forza per non far cadere il testimone lasciato.
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