Con la morte di Germano Carpenedo, Casale e l’antifascismo perdono, a poche settimane dalla scomparsa di Enrica Morbello Core, un ulteriore punto di riferimento.
Lo scorso 25 aprile le sue parole avevano preannunciato un commiato che non immaginavamo certo così repentino. Allo stesso tempo le sue parole sono state, come lo sono state per anni un monito contro la semplificazione e a difesa dei valori costituzionali.
Avvocato stimato, dal linguaggio forbito lascia un vuoto pubblico e certamente uno privato ed è per questo che ci stringiamo ai suoi cari in questo triste momento.
Germano Carpenedo aveva saputo interpretare negli anni di presidenza del Comitato Unitario antifascista la rettitudine che si oppone a facili strumentalizzazioni della storia che spesso sotto la foglia di fico della “memoria condivisa” in realtà vorrebbe compiere uno squallido revisionismo. Spetta ora alle forze democratiche raccogliere il suo testimone e individuare in quel ruolo che oggi Germano lascia una figura autorevole e condivisa che possa portare avanti il suo lavoro.
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