Allora si fa sul serio. La lotta all’amianto (e ai disastri provocati in ogni ordine di tempo) non si arresta nella forma, ma continua nella sostanza. Dopo l’istituzione, avvenuta poco tempo fa, dell’«Unità funzionale interaziendale Aso/Asl per la cura, la sperimentazione e la assistenza dei malati di mesotelioma», arrivano i soldi al Ccm (centro controllo Malattie del Ministero della Sanità) per sostenere l’attività dei centri ospedalieri e di ricerca, individuati nel Piano nazionale Amianto, riferita (nello specifico) al mesotelioma. Lo hanno comunicato l’on. Renato Balduzzi (che è stato Ministro della Salute nel governo Monti) ed il prof. Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento dell’Oncologia piemontese, incaricato a costituire la rete di 13 centri italiani per il mesotelioma. Da adesso in poi è lecito che si ricominci a credere ed a sperare in un progressivo processo evolutivo nell’impegno di chi ha il compito (ed il dovere) civile e morale di trovare soluzioni che possano sconfiggere una malattia che si è fatta epidemia. E’ più soltanto una questione di fatti, non più di (sole) parole. E’ tempo di risposte ad un dramma di cui si è conosciuto l’inizio, ma del quale resta ancora ignota la fine.
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