CASALE – Anche l’Istituto Leardi partecipa al progetto “Verso un’ecologia della mente”, un concept innovativo in cui testare nuovi modi e forme di insegnamento.
La pandemia del coronavirus ha reso inevitabile una riflessione sul futuro a partire dall’ambito scolastico, strumento privilegiato per la sperimentazione di nuove forme di socialità e condivisione. Da questa necessità è nato Verso un’ecologia della mente, progetto che orienta l’attenzione su un nuovo concetto di spazio a misura di alunno e docente che si integra e completa l’insegnamento e anzi, lo esalta, rendendo la scuola un moltiplicatore di occasioni formative.
“Verso un’ecologia della mente” propone invece un concept innovativo in cui testare nuovi modi e forme di insegnamento, tenendo ben presente l’effetto di benessere psicologico legato alla connessione con l’ambiente esterno, dato dalla presenza di ampie pareti vetrate che rendono lo sfruttamento della luce naturale uno degli elementi principali del progetto.
Lo studio, patrocinato dall’amministrazione Comunale di Casale Monferrato, dall’Istituto Leardi di Casale Monferrato, dalla regione Piemonte insieme con l’associazione di promozione sociale Abbicultura risponde a un’esigenza concreta delle scuole italiane, in particolare degli istituti di agraria, agevolate dal loro inserimento in contesti naturali privilegiati rispetto ad altri indirizzi.
Il progetto che coinvolge le regioni Sardegna e Piemonte è nato dalla condivisione di un nuovo modello di didattica che parte dagli spazi esterni per aprire le menti degli studenti.
“Cambiando la morfologia delle attrezzature possiamo cambiare anche le opportunità di apprendimento” afferma l’architetto Alberto Olmo. “Il progetto è un’occasione che pur nascendo da un momento di emergenza può aprire a un nuovo modo di fare scuola. Una scuola verde tanto all’esterno quanto nelle menti dei giovani che la frequenteranno. Non un imperativo categorico ma un’oscillazione: verso un’ecologia della mente”.
Il dirigente scolastico Prof.ssa Nicoletta Berrone “Il progetto è ambizioso e verrà realizzato in diversi stadi a cominciare dall’utilizzo degli spazi attrezzati per permettere la didattica digitale integrata e la riduzione in piccoli gruppi delle classi. Il Luparia è potenzialmente più idoneo a queste nuove dimensioni perché istituto agrario. Ma il modello può essere adatto a diverse realtà scolastiche. Le menti dovranno essere flessibili e curiose per sperimentare nuovi modelli già di fatto avviati nei mesi scorsi. I professori saranno i primi ad essere formati per utilizzare la tecnologia un funzione della didattica . Il bello è strutturare percorsi didattici integrati che vedono al centro lo studente con le sue potenzialità il tutto coerente al contesto scuola dinamico ed accogliente”.
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