SU QUESTO NUMERO
Le preoccupazioni e le richieste per trasformare le «bellissime immagini del Grande Fiume» in un Po sicuro
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono passati 15 anni dall’Alluvione 2000, molte cose e molti fatti sono stati dimenticati dalla maggioranza delle persone e delle Istituzioni. Vediamo in televisione nuove tragedie, nuove (o vecchie) alluvioni, nuovi morti e disastri, e subentra a volte una certa abitudine e assuefazione. Ad esempio si passa cento, mille volte davanti al fiume Po e l’isola/penisola di ghiaia e vegetazione presente in mezzo al fiume, nel tratto tra la Canottieri e il ponte stradale della città, diventa una visione “normale”,l’isolone è lì oramai da tempo e a nessuno importa più nulla! I vecchi saggi, quelli che conoscevano il fiume Po come le proprie tasche, ci hanno sempre parlato del Grande Fiume come di un organismo vivo a cui ogni tanto va fatta un po’ di manutenzione: se la ghiaia e la vegetazione creavano ostacolo al normale deflusso del fiume, una volta questi ostacoli venivano eliminati. Oggi il commento dei Dirigenti Aipo è quello di considerare questi ostacoli soltanto come delle “bellissime immagini del Grande Fiume con gli isolotti e i ghiaioni che ne sono parte integrante e qualificante senza presenza di materiale di deposito improprio” (???).
… prosegue sul numero del 15 ottobre