Se ne parla tanto in questi giorni, perché Ponzio Pilato fu il più celebre autore di un rovinoso referendum, quasi duemila anni fa al processo di Gesù: “chi volete che abbia la vita salva, Gesù o Barabba?”.
In effetti lui voleva dare la salvezza a Gesù perché affermò: “non ho trovato nulla di male in quest’uomo”: ma era un debole e prevalse la furbizia politica del Procuratore romano verso il popolo della Colonia a cui fece balenare uno sprazzo di democrazia.
E allora con questo quesito secco non si discuteva più nel merito della questione, ma sulle ideologie. Lo disse Gesù al Sinedrio: “volete condannarmi per i miracoli che ho fatto?”. “No -gli replicarono- ma perché tu che sei un uomo pretendi di essere Dio”.
Così anche la questione posta da Pilato viene travolta dalle ideologie. Da una parte un malfattore, un ribelle al potere romano, ma che qualcuno può considerare un patriota; e dall’altra un uomo mite che annuncia la pace, compie miracoli nel nome di Dio ma che è considerato scomodo al potere religioso che preferisce non cambiare, non farsi problemi. “E’ meglio che muoia uno solo –dice il Sommo Sacerdote- ma che si salvi tutto il popolo”. Ma quale salvezza? Quella momentanea o quelle eterna?
E il popolo sceglie e pretende: “Crocifiggilo!”.
Dalla croce Gesù prega per loro e per noi: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”.
Se fossimo stati anche noi al Pretorio, che cosa avremmo scelto: Gesù o Barabba?
E adesso, che cosa scegliamo?
p.b.