CASALE – Stroncato dal mesotelioma pleurico a soli 42 anni. Giovedì scorso è morto all’ospedale Santo Spirito, dove era ricoverato da alcuni giorni, Massimo Brollo, l’ultima vittima della fibra killer dell’amianto. Da due anni combatteva con la malattia di Casale, e la sua è stata una battaglia affrontata a viso aperto, con quella forza d’animo e con quella voglia di sorridere alla vita e alla persone che l’ha contraddistinto per tutto il suo cammino.
“Un eroe che è stato da esempio” lo ricordano con gradissimo affetto a Santa Maria dove la famiglia Brollo è molto conosciuta e stimata. Fin da giovane aveva saputo trasmettere a chi gli stava vicino il suo grande ottimismo, la sua positività, la sua energia vitale. Grande sportivo per anni era stato una delle bandiere della locale squadra di calcio che milita nel campionato Amatori Casale, che proprio il papà Giancarlo aveva fondato e presieduto per anni. “Un generoso in campo, così come lo è stato nella vita” lo ricordano gli ex compagni del Santa Maria del Tempio che in segno di lutto hanno chiesto di rinviare la gara di campionato, per stringersi intorno alla mamma e ai tre fratelli Luca, Andrea e Michele e alla moglie. Massimo Brollo aveva lavorato come operario, poi aveva unito la sua grande passione per lo sport come istruttore al Centro Nuoto e con la compagna Valentina Cicogna, 34 anni, diventata moglie la scorsa estate, con cui adesso abitava a Treville, aveva anche dato vita ad una attività ad Ibiza, in Spagna. Con uno dei fratelli era anche titolare di una ditta che si occupa delle scorte per trasporti eccezionali. Due anni fa aveva preso parte alla maratona di Barcellona e dopo una quindicina di giorni la tremenda scoperta della malattia. Una malattia che Massimo aveva affrontato a testa alta, come era solito fare con tutto, con coraggio, lottando fino all’ultimo. “Una persona spettacolare, mai una volta che faceva pesare la sua condizione, era sempre il primo a fare la battuta scherzosa, trasmetteva sempre grande positività” lo ricordano gli amici.
E sul profilo Facebook del giovane monferrino decine e decine di messaggi, tutti a testimoniare quanto profondo sia stato il suo solco lasciato nella vita: “Forte come una roccia, combattivo e sempre sorridente”, “L’amore che avevi per la vita era qualcosa di indescrivibile e la tua forza, deve essere un esempio per tutti”, “Ciao Guerriero! Grazie per tutto quello che mi hai donato” sono solo alcune delle toccanti testimonianze. Una folla commossa e attonita ha preso parte alle esequie che sono state celebrate sabato pomeriggio nella chiesa di Santa Maria del Tempio.
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