Il dato più rilevante del trimestre d’inverno è l’energia delle imprese alessandrine che reagiscono alle criticità dell’economia globale. Per l’anno che si apre riscontri ancora positivi emergono dalle industrie locali, anche se preoccupate dal forte impatto dell’impennata dei costi energetici e delle materie prime e dal prolungarsi della pandemia.
Lo confermano i risultati della 189a Indagine Congiunturale Trimestrale di Confindustria Alessandria, che rileva le previsioni di attività delle imprese associate per il trimestre gennaio-marzo 2022.
Gli indici SOP, che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti, sono positivi e sostanzialmente in linea con quelli della precedente indagine, e in particolare in aumento per l’occupazione e per la propensione ad investire.
In dettaglio: la previsione dell’occupazione è in crescita a +21 (era +10 nell’ultimo trimestre), è stabile quella della produzione è a +21 (era +21), e quella degli ordini totali a +18 (era +17), quella degli ordini export permane positiva a +2 (era +6). In calo invece la previsione sulla redditività a –5 (era zero). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è stazionaria ed è formulata dal 9% degli imprenditori intervistati (era l’8% lo scorso trimestre) e sono sempre in maggioranza, dal 78 % al 69%, quelli che prevedono invariata l’occupazione.
La propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è sempre elevata e in crescita ed è dichiarata dall’83% degli intervistati (era il 72%), il grado di utilizzo degli impianti risale al 79% della capacità (era il 77%). Il ritardo negli incassi scende ed è segnalato dal 20% degli imprenditori (era il 24%). L’indicatore di chi ha lavoro per più di un mese è stabile ed è dichiarato dall’88% degli intervistati (era l’89%).
Anche le previsioni dei settori produttivi sono nel complesso buone: per la gomma-plastica con indici positivi e in crescita, per il metalmeccanico positivo per la produzione, per la chimica con occupazione in rialzo, e per l’alimentare, soggetto alla stagionalità.
Per il settore dei servizi alle imprese gli indici sono in aumento: la previsione dell’occupazione a +31 (era +21), il livello di attività a +27 (era +21), i nuovi ordini da zero a +22, e restano positivi la redditività e il carnet ordini.
E gli indicatori dell’indagine congiunturale di Alessandria sono in linea e anche migliori di quelli registrati a livello regionale piemontese.
I risultati dell’Indagine Congiunturale, elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria, alle quale hanno collaborato novantasei imprese associate tra le manifatturiere e quelle dei servizi alla produzione, sono stati presentati il 2 febbraio dal Presidente di Confindustria Alessandria, Laura Coppo, e dal Direttore, Renzo Gatti.
“In questo periodo molto critico – spiega Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria – le nostre imprese reagiscono con forte energia, e lo rileviamo dalla nostra indagine che evidenzia previsioni ancora sostanzialmente positive. Tuttavia, anche a livello locale è alto l’allarme degli industriali per l’aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime e per i timori del generarsi di un gap di produttività.
Queste preoccupazioni sono sottolineate dal Centro Studi Confindustria che scrive: ‘L’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali è ampio e diffuso: petrolio +13% a dicembre 2021 su fine 2019, rame +57%, cotone +58%. A questo aumento, di recente, si è aggiunta l’enorme impennata del gas naturale in Europa (+723%). In Italia, il balzo del gas si è trasferito sul prezzo dell’energia elettrica facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti nel 2022, da 8 nel 2019’.
In conseguenza, il dato meno buono che emerge dalla nostra indagine è, per l’appunto, quello relativo alla redditività, che viene nuovamente segnalata negativa, dopo una seconda metà del 2021 che invece aveva visto previsioni migliori. È quindi necessario – aggiunge Laura Coppo – che vengano assunte decisioni rapide, e strutturali, per evitare che questa impennata dei prezzi energetici metta a rischio la risalita del PIL, e per contenere l’inflazione generata.
Non trascurabile è anche la preoccupazione per il prolungarsi dell’emergenza pandemica: mentre il 2020 si era chiuso ancora in un clima di incertezza e preoccupazione, il 2021 è stato l’anno della ripresa dopo lo shock della pandemia, che pure non è ancora superata, come constatiamo in questo inizio di 2022”.