Facciamo un po’ di chiarezza rispetto “all’ossigeno” che dovrebbe portare la legge di bilancio di M5S e Lega, secondo il deputato-sindaco Lino Pettazzi, considerando che, a un’attenta lettura, non ci è sembrata tutte queste rose e fiori…
Si pagheranno più tasse. La pressione fiscale, dopo cinque anni di lenta ma costante discesa, nel 2019 salirà dal 42% del 2018 al 42,4% pari a circa 7 miliardi di tasse in più a carico di chi lavora e produce in Italia. E, contrariamente a una bufala che è circolata a riguardo, non è affatto vero che si tratti “solo di tasse sulle banche”: tutti i benefici fiscali che vengono annullati (Iri, Ace, crediti di imposta ecc) andavano a vantaggio soprattutto dalle piccole e medie imprese.
Sul versante dei Comuni, inoltre, lo sblocco delle tasse locali (non comprese nel conto di cui sopra) aggraverà ulteriormente, secondo la CGIA di Mestre, di un altro miliardo il peso sulle buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati (tramite l’addizionale Irpef) e sugli immobili (tramite Imu e Tasi).
- Diminuiranno gli investimenti. Le risorse pubbliche per gli investimenti nel 2019 diminuiscono di 1,063 miliardi rispetto al 2018. Diciamo che aumentare la pressione fiscale e, contemporaneamente, ridurre gli investimenti pubblici, è un doppio autogol!
- Diminuiranno le pensioni. I pensionati – tranne quelli sopra i 4.500 euro lordi/mese – non avranno meno soldi rispetto al 2018. Ma avranno meno soldi (a partire da quelli sopra i 2.000 euro lordi/mese) rispetto a quello che avrebbero avuto se il governo non fosse intervenuto. Era previsto, infatti, dai governi precedenti, che dal 2019 le pensioni fossero più alte in valore nominale, perché maggiormente adeguate all’andamento dell’inflazione. Il governo, invece, diminuisce quest’adeguamento, ricavandone complessivamente 2,2 miliardi in tre anni. Soldi che sarebbero potuti rimanere nelle tasche dei pensionati.
- Aumenterà l’IVA. Non nel 2019: il governo, infatti, ha evitato solo l’aumento dell’Iva previsto dal 1° gennaio, ma allo stesso tempo ha previsto un aumento senza precedenti dell’Iva nel 2020 e nel 2021: nel 2020 è previsto un aumento di 23,1 miliardi (3,9 miliardi in più di quanto era stato previsto dal Pd), e nel 2021 l’incredibile cifra di 28,8 miliardi (ben 9,2 miliardi in più rispetto a quanto era stato previsto dal Pd).
Il governo può dire finché vuole che “poi lo eviterà” (e come? Tagliando la spesa per 30 miliardi?!). Intanto ha previsto il più pesante aumento dell’Iva della storia d’Italia. E questa non è un’opinione!
- Le associazioni di volontariato pagheranno più tasse. Per loro l’aliquota sui redditi raddoppia, passando dal 12% al 24%. Una vera e propria vendetta ideologica contro chi fa del bene.
- Si è finiti isolati in Europa. Le prove muscolari con l’Unione Europea, di cui siamo membri fondatori, è finita un po’ come nel proverbio dei pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati. Fin da luglio la Commissione Ue si era dichiarata disposta ad accettare una legge di bilancio che avesse due caratteristiche:
- a) nessun peggioramento del deficit strutturale nel 2019;
- b) un suo miglioramento progressivo nel 2020 e 2021;
All’inizio il governo ha presentato una legge di bilancio che violava entrambe le condizioni per il gusto di farsi bocciare. Dopo il confronto (o meglio, la suonata) con l’Ue, non solo il deficit nominale è stato portato al 2% del Pil, ma si è pienamente adempiuto alle due richieste che la Commissione aveva fatto fin da luglio: nessun peggioramento del deficit strutturale nel 2019 (al netto della flessibilità) e costante miglioramento nei due anni successivi. Molto rumore per nulla o, per restare nei toni muscolari, somiglia di più a una resa incondizionata!
- Ci sono nuovi tagli alla scuola. Già dal 2019 sono tagliati 56 milioni all’alternanza scuola-lavoro (nella sostanza ridotta a zero) e 12 milioni alla formazione iniziale dei docenti (che torneranno ad essere assunti senza tirocinio né prova), mentre non c’è alcun investimento sull’organico dell’autonomia, il che significa più supplenze e meno certezza per i docenti precari.
Il taglio più importante, però, riguarda il triennio: gli stanziamenti per l’istruzione scolastica passeranno da 48,37 miliardi a 44,47 di qui al 2021: una riduzione di 4 miliardi di euro. Particolarmente grave è la voce “interventi d’integrazione scolastica degli studenti con bisogni educativi speciali” incluse le spese del personale (docenti di sostegno): qui si passa da 3,4 a 2,4 miliardi nella scuola primaria e da 1,4 a 1,1 in quella secondaria. Un taglio netto di oltre 1 miliardo tutto sulle spalle dei più fragili.
Questa legge di bilancio, per l’economia nel suo complesso – che da maggio a ottobre ha già perso 115 mila posti di lavoro a tempo indeterminato (fonte: Istat) – a nostro avviso non contiene nessuna misura per stimolare la competitività, la produttività e per riformare in modo equo e sostenibile il nostro sistema sociale, in modo che sia portato avanti chi è nato indietro.
Non ci sorprende che si promuovano con toni entusiastici quella che gli amministratori sanno essere, come spesso accade con gli investimenti a pioggia, l’elemosina di 40mila euro per i comuni minori… D’altronde parliamo del governo che ha quasi fatto naufragare i fondi per le periferie (solo per il Piemonte oltre 100 milioni) se non ci fosse stato un sommovimento trasversale giusto pochi mesi fa.
Un ultimo aspetto che ci preme evidenziare, per la storia della nostra città, riguarda il colpo inferto al pluralismo dell’informazione della piccola editoria, con cui si penalizzeranno non i grandi giornali, in grado di contare su una raccolta pubblicitaria nazionale, bensì quei piccoli giornali, politici e indipendenti, che contraddistinguono la vivacità intellettuale dell’Italia lontana dalle grandi città e che muove dalle stesse ragioni di vendetta ideologica al pari dell’aumento delle tasse alle associazioni!
Il Circolo Pd di Casale Monferrato