CASALE – Lunedì 4 febbraio, le classi 3aA CAT, 3aA e 3aB Grafico dell’Istituto Superiore “Leardi” si sono recate in Aula Magna per assistere a un incontro del progetto Diderot dal titolo “Rendere possibile un’impresa impossibile”. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e realizzata da Unioncamere Piemonte, ha coinvolto circa 3000 studenti delle scuole superiori del Piemonte e della Valle d’Aosta con l’intento di incentivare lo spirito imprenditoriale e auto-imprenditoriale dei giovani.
Le tematiche affrontate dal formatore Alessandro Marasso, come la moda, l’economia, l’ecosostenibilità ambientale, il digital marketing e i social network, hanno suscitato l’interesse di tutti gli alunni: è stata inoltre oggetto di discussione la carriera dell’influencer più famosa e ammirata degli ultimi tempi, Chiara Ferragni. Curiosa è stata la scalata verso il successo di questa imprenditrice, che ha iniziato il suo percorso condividendo alcune sue foto sui social, suscitando in questo modo l’interesse di molti giovani attratti dal suo stile; essi stessi sono diventati suoi “follower” e promotori del suo successo. I personaggi noti sui social hanno la capacità di influenzare i comportamenti e le scelte delle persone, dando il via a nuove tendenze: occorrerà un forte cambiamento sociale o un passaggio generazionale per la fine di una moda e la nascita di nuovi orientamenti, che danno un impulso all’economia sempre a caccia di novità da lanciare sul mercato.
Durante la presentazione di questo progetto è emerso un quesito interessante: quanto inquina la moda? Pare che la moda sia responsabile del 20% dello spreco di acqua globale, del 10% dell’emissione di CO2, del 24% dell’uso di insetticidi e del 11% di pesticidi; l’85% dei vestiti prodotti finisce in discarica e solo l’1% viene riciclato. Tutto ciò provoca la rottura dell’equilibrio ecologico.
Per evitare di aggravare questa situazione, l’associazione Greenpeace cerca di diffondere l’idea di utilizzare vestiti riciclabili, in modo tale da salvaguardare l’ambiente. Soltanto se le nuove generazioni diventeranno più sensibili a queste problematiche e consumatori attenti verso comportamenti più etici questa tendenza in futuro potrà essere invertita.
Linda Negri- 3aA Costruzioni, Ambiente e Territorio
Foto Beatrice Allera e Mario Gioffredo