CASALE – Saranno celebrati oggi giovedì 24 marzo alle 16 a Solaro, nel milanese, i funerali di Lanfranco Giovannacci, 85 anni, figura di spicco della cultura casalese, che per decenni con la moglie Pinuccia gestì la nota cartolibreria sotto i portici lunghi, in via Roma, a Casale, al civico 21. Fornì i testi scolastici a numerose generazioni di studenti monferrini. In ricordo di Lanfranco Giovannacci pubblichiamo questo testo, scritto dalla giornalista Silvana Mossano, che fu inserito in una brochure del 2006, edita in occasione della chiusura della cartolibreria.
Lanfranco e Pinuccia, orgoglio e professionalità
Era d’estate -ed era anche d’inverno-. Lui aveva i calzoni corti e voleva imparare a fare il libraio. Da suo padre Romeo: il Romeo Giovannacci della targa là in alto, sul primo pilastro dei portici, “il” libraio, partorito da quella terra di librai che è Montereggio, nella Lunigiana.
Lanfranco finì la terza media alla scuola Hugues, in via Oliviero Capello, e il suo mentore successivo fu Romeo, il libraio. La bancarella sotto i portici corti fu una scuola di mestiere e di vita, severa ed esigente: Romeo dava l’esempio e ti metteva alla prova, sotto la cappa greve di uno sguardo profondo e muto da farti torcere le budella.
Lanfranco faceva il garzone, spiando l’esperienza di quell’uomo che incuteva rispetto. Faceva consegne a domicilio, riordinava i volumi sulla bancarella, si metteva alla prova con qualche cliente.
Voleva imparare, ma dentro ribolliva il sacro fuoco dell’orgoglio, dell’ambizione, dell’indipendenza.
La prima occasione per affrancarsi fu con l’esperienza dell’Autolibro di Mondadori, e poi con la rappresentanza dei testi scolastici delle più prestigiose case editrici: Paravia, Fabbri, Loescher, Nuova Italia, Giunti, Marietti.
Intanto in via Duomo i Giovannacci avevano aperto la libreria Minerva, anche se la bancarella continuava ad essere un punto di riferimento.
Il 29 settembre del ’60 fu inaugurata la Cartoleria Giovannacci in piazza Mazzini 21, ma per i primi due giorni Lanfranco non ebbe al suo fianco, dietro il banco, Pinuccia, che doveva completare il mese lavorativo nel magazzino farmaceutico.
La cartoleria Giovannacci, in cui entrò anche il fratello Marco con la moglie Licia, divenne il punto di riferimento per i libri scolastici.
Con la stessa tenacia con cui i suoi avi attraversavano a piedi il monte Cisa per conquistare le piazze, Lanfranco portò i libri di testo in tutte le scuole del casalese: undici direzioni didattiche per un totale di 120 plessi ebbero un servizio a domicilio puntuale che, considerate le difficoltà di spostamento, costituì la vera chiave del successo.
Lanfranco partiva a bordo di una Topolino “giardinetta” e bussava alla porta di ogni scuola. Viaggi avventurosi, fatti a dita incrociate, soprattutto quando si doveva affrontare una salita da tirare in prima con quel tipo di mezzo, mentre -appoggiata sul tappetino- restava a portata di mano una bottiglia d’acqua per rabboccare il radiatore fumante.
La bottega di Piazza Mazzini, dopo pochi anni fu ristrutturata: ampliata nella parte destinata alla vendita, ristretto il retrobottega che è sempre rimasto, comunque, un cuore pulsante di passioni, di discussioni, di confronti, di ricordi, e anche di amarezze e disillusioni.
Appesi al muro e incorniciati ritagli di giornali, fotografie, pezzi di storia.
C’è la traccia di quegli anni ardimentosi, in cui all’amarezza era riservato un angolo minuscolo, quando Lanfranco e altri casalesi fondarono il Circolo Piero Gobetti. La sede era una stanza piena di sedie, scaldata a fiato con il minimo supporto di una stufetta, dove si discuteva di democrazia e libertà.
E c’era un giornale murale che occupava una vetrinetta inchiodata a un pilastro dei portici lunghi.
La bottega rimase una cartoleria “pura”. Oltre ai testi scolastici e alla cancelleria, nella cartoleria di piazza Mazzini c’erano dizionari e atlanti, i volumi dell’Enciclopedia Conoscere e quelli della collezione Le Regioni d’Italia. Il piano del bancone in fondo era occupato da un grande album rilegato in tela -ce n’è ancora uno a documentare quella storia- che Lanfranco compilava nelle giornate delle ferie d’agosto: serranda abbassata, penombra, la calura attenuata tenendo spalancata la porta del retro che dà sul cortile, la penna in mano a scrivere, con una grafìa da libro stampato, il titolo del testo scolastico, l’autore, il nome dello studente che l’aveva prenotato. Tutto ordinato e incolonnato: i volumi richiesti erano segnalati, a matita, con una croce che veniva sostituita, successivamente, dal prezzo di ogni libro scritto, questa volta, a penna, quando il testo veniva consegnato al cliente.
La Cartoleria Giovannacci si è connotata nel tempo come fornitore sicuro, su cui contare.
Non è un risultato che si ottiene semplicemente con una bella posizione e nella più suggestiva piazza della città. Ci vuole professionalità, voglia di fare bene, la sfida di accontentare anche i clienti più esigenti, l’orgoglio, sì, l’orgoglio di riuscire a dare il meglio, con la capacità dettata dall’esperienza e che non si sottrae al sacrificio.
Silvana Mossano