CASALE – “Paolo Desana. La storia di due vite tra lager e vini Doc” è il titolo del libro scritto dal figlio Andrea Desana. La pubblicazione sarà presentata mercoledì 7 dicembre (ore 17.30) nel Salone Marescalchi del Castello di Casale Monferrato, alla presenza dell’autore e del sindaco Federico Riboldi.
Quando Pieraugusto Mesturini, che sarebbe poi diventato il mio editore, dopo l’ennesimo racconto di una delle tante esperienze di mio padre, Paolo Desana, in tema di vini DOC e di Lager tedeschi, mi disse: “Perché non provi a scrivere un libro che comprenda entrambe le esperienze”, dopo aver riflettuto sul fatto che su mio padre erano si stati scritti libri di politica DOC vitivinicola e di esperienze concentrazionarie ma mai riassunti e presentati in una unica pubblicazione, mi è venuto di rispondere e di rispondermi: “Perché no?”. E quando Lele Novazio, mio compagno di scuola e noto giornalista e scrittore, in visita alla sede del Centro di documentazione della DOC al castello paleologo di Casale Monferrato, vedendo la fotografia, che sarebbe poi diventata la copertina del libro, che ritrae mio padre, molto magro e con un vestito sgualcito, impegnato a Cardona di Alfiano Natta, in uno dei suoi primi comizi politici esattamente nel giorno di ferragosto del 1946, in merito alla mia intenzione di scrivere il libro mi disse: “Io partirei di qui, questa foto rappresenta lo spartiacque tra la prima e la seconda vita di tuo padre”.
Di qui il titolo: ”Paolo Desana”, il personaggio, “la storia di due vite”, le due importanti esperienze che nel libro ho tentato di approfondire e di condividere con il possibile lettore. Di qui le due significative prefazioni, si potrebbe dire una per vita, entrambe di giovani: la prima del giornalista e storico torinese dell’Internamento Andrea Parodi, autore del libro “Gli eroi di Unterluss”, la seconda di Francesco Emanuele Benatti, Responsabile dell’Archivio della Unione Italiana Vini di Milano, autore del recente libro di legislazione vitivinicola “Dai vini Tipici al Testo Unico”.
Ho cercato, pur alla prima esperienza, di proporre non tanto un saggio relativo a due argomenti rilevanti quanto a sviluppare una importante e movimentata storia personale immersa in particolari contesti del ventesimo secolo. Devo anche precisare, per chi pensa che un libro dedicato al “Padre della DOC”, come è ormai comunemente conosciuto mio padre, tratti esclusivamente di argomenti enoici, che così non è: scorrendo infatti i capitoli del libro vediamo che l’argomento “DOC”, pur fondamentale, appare per la prima volta a pagina 128. Per non deludere gli amanti del settore vitivinicolo assicuro che della DOC c’è tanto, anzi tutto quello che so della sua grande storia nata nel Monferrato perché a metà dell’Ottocento questo territorio era definito il “Circondario più viticolo del Regno Sabaudo”, dei suoi grandi personaggi, del passaggio che abbiamo voluto definire dalla “tela di Penelope”, ovvero la palude nella quale si sono bloccate per ben 75 anni tutte le proposte di legge sull’origine dei vini italiani, alla “tela del ragno” ovvero le abilità, conoscenza e capacità relazionali con le quali Paolo Desana è riuscito a far approvare nel 1963 la legge delle DOC, dello scontro giornalistico e processuale con Luigi Veronelli, alle importanti iniziative del e dopo il Cinquantenario della legge del 2013 a cura del Comitato Casale Monferrato capitale ( non a caso ) della DOC.
Ma molto c’è anche della sua pur brevissima gioventù e dell’argomento praticamente sconosciuto ai più dell’Internamento nei lager nazisti della Seconda Guerra Mondiale di cui furono vittime ben 650 mila giovani soldati italiani dopo il nefasto Armistizio dell’8 settembre del 1943, anche se, a mio avviso, rappresenta di una delle più belle pagine della storia italiana dell’ultimo secolo. Credo di poter dire che si tratta della storia di una importante evoluzione personale, forgiata da esperienze pazzesche da credere, ma alle quali bisogna credere semplicemente perché vere, e da raccontare. I titoli dei capitoli accompagnano nello sviluppo degli avvenimenti: il tradimento e la cattura, gli IMI: una storia volutamente dimenticata, Paolo “Stuke” (pezzo) 40108, Il “NO!” degli IMI fu Resistenza.
E poi, durante il lavoro di impaginazione, il libro si è sempre più arricchito di documentazioni fotografiche molto particolari che, in qualche caso, ci sentiamo di definire reperti storici di un certo interesse: la mostrina metallica di mio padre nei lager, le cartoline dei famigliari con il timbro della “verifica di censura”, il documento di rilascio dal campo di eliminazione di Unterluss datato 14 aprile 1945 e l’esumazione dei resti mortali degli IMI monferrini dal cimitero di Amburgo del 24 ottobre 2022, riferiti alla prima parte; il manifesto del 1° Convegno della Collina Italiana dell’11 settembre 1955 a Cerrina, il disegno del Metodo di Spumantizzazione Martinotti brevettato be 1895, la Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 1963 che riporta l’approvazione del Decreto 930 ovvero la legge delle DOC dei vini italiani, per la seconda parte.
Tra lager e DOC è l’inconsueta sintesi che abbiamo voluto individuare come sottotitolo di questo libro. E da questi due contesti raccontiamo anche di due iniziative che rappresentano realtà attuali ed operative, ovvero del Famedio dedicato agli IMI monferrini al cimitero urbano di Casale e il Centro di Documentazione della DOC al castello paleologo del Monferrato.
Ma nel libro c’è molto anche di famigliare e di personale: della famiglia ho attinto notizie da un racconto scritto da mia madre Lena quando, ormai ottuagenaria, le era stato consigliato di scrivere dal bravo medico di famiglia per combattere la depressione mentre delle attività di mio padre in periodi poco conosciuti della sua vita ho potuto apprendere dal prezioso archivio storico del Monferrato. In particolare del periodo di fine anni Trenta, quando si dilettava in varie filodrammatiche monferrine e praticava con buon successo alcuni sport e dell’immediato dopoguerra quando, dopo il comizio di Cardona del 1946, iniziò la sua felicissima e costruttiva seconda vita politica e vitivinicola. Sperando di aver fatto rivivere almeno in parte anche un po’ le atmosfere di Casale e del Monferrato di quei lontani decenni.