Questo il messaggio alla Diocesi del vescovo mons. Gianni Sacchi in occasione delle festività pasquali.
Cari diocesani, fratelli e sorelle,
stiamo vivendo il cammino dell’Anno Santo; un anno che papa Francesco ha voluto fosse illuminato dalla Speranza.
E la Speranza trova la sua sorgente proprio nella Pasqua di Gesù.
Allora, il mio saluto pasquale in questa Settimana Santa vi giunga con le parole che iniziano il Vangelo della resurrezione: “Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba…”
Potrebbe sembrare un riferimento senza importanza, in realtà questo “primo giorno” ne ha una grandissima: inizia una nuova “prima pagina” della storia dell’umanità.
Tutto inizia da quel mattino di 2000 anni fa, che ha cambiato il mondo e il destino dell’uomo.
La S. Pasqua ritorna per portarci un messaggio forte di speranza e di gioia in un mondo lacerato da guerre, lotte e discordie e una tensione economica e sociale che genera forti preoccupazioni in tutte le nazioni.
Gesù Cristo, il Risorto, il Vivente in eterno ci mette a disposizione i grandi doni pasquali per accompagnare il nostro cammino cristiano:
- La Sua Vita che sconfigge la morte e da senso alla nostra morte, alla morte dei nostri cari che non sono morti, ma viventi in Cristo, Vita e Risurrezione.
- La Sua Vittoria (“Io ho vinto il mondo”), che consentirà anche a noi di poter vincere la lotta contro ogni egoismo, orgoglio e male.
- La sua Pace (“Pace a voi!”), che sarà il comandamento di ogni pace con Dio e con gli uomini. Una pace che, se accolta nel cuore, ci fa “costruttori di pace”, non con parole demagogiche, ma con gesti concreti di perdono, giustizia e solidarietà.
- Il Suo Spirito (“Ricevete lo Spirito Santo…”), che rinnova la faccia della terra e ci consente di essere uomini nuovi.
- Il Suo Perdono (“Tutto quello che perdonerete sulla terra sarà perdonato anche in cielo…”), perché il peccatore non perda mai la speranza del ritorno alla Casa del Padre.
- La Fede (“Beati coloro che crederanno senza aver visto”), senza la quale non sentiamo Dio come Padre, che si rivela a noi in Cristo nello Spirito Santo.
Il “Primo giorno” ci mette sulla strada buona, verso la beata speranza, verso l’ultimo giorno, quando ci troveremo davanti a Gesù che darà la sua corona di gloria a chi è rimasto fedele.
È quanto S. Paolo esprime nella seconda lettera a Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2 Tm 4, 7-8).
Tutto questo è possibile perché c’è stato quel “primo giorno dopo il Sabato”, la Pasqua di Resurrezione che ci ha redenti.
Nella Solenne veglia Pasquale in Cattedrale e nel pontificale del giorno di Pasqua non mancherà la mia preghiera particolare per tutti coloro che stanno attraversando un periodo difficile per il lavoro, per coloro che hanno perso una persona cara, per chi è nella disperazione e nella sofferenza.
Gesù, il Risorto, faccia sentire la sua presenza nelle famiglie, sostenga con la sua forza il cammino degli anziani e doni ai nostri giovani prospettive di una vita piena e realizzata.
La Santa Pasqua porti a tutti una Speranza che mai si spegnerà.
+ Gianni vescovo