Carissimi diocesani, fratelli e sorelle, il nostro cammino quaresimale volge al termine; entriamo nella grande settimana in cui la Chiesa si concentra sul mistero che ne costituisce il fondamento: la morte e resurrezione di Cristo. Mentre il mondo va avanti per la sua strada tra affanni, crisi economiche e finanziarie da cui si fa fatica ad uscire e tante incognite sulla previsione di un futuro più sereno e pacificato, la Chiesa dedica tempo alla meditazione e alla celebrazione: i riti della settimana Santa “impegnano“ le nostre comunità per ore, chiedono energie per preparare e vivere seriamente ogni celebrazione così che ogni altra attività dovrebbe passare in secondo piano.
È logico? Ha senso tutto questo? Secondo i criteri dell’efficienza no di certo: sembrerebbe più utile fare qualcosa di costruttivo, qualcosa che si veda, che renda… Eppure, finché ci sarà la Chiesa, saranno i giorni “santi” a richiamarla alle radici, a darle il senso del fare la carità e progettare le sue azioni e interventi. Nei giorni più santi dell’anno, le nostre comunità cristiane ritornano alla verità di fondo, quella che dà ragione alla loro stessa esistenza: non siamo noi uomini a salvare il mondo (e neppure noi stessi), ma solo il Signore Gesù è il Salvatore.
Da questa convinzione, sempre più rielaborata interiormente e coniugata con le mutevoli situazioni della storia umana, nasce la volontà di costruire un mondo nuovo, più accogliente e fraterno, più solidale e giusto: nasce l’impegno sociale e politico dei cristiani, la dedizione dei volontari, la consacrazione a tempo pieno per il regno di Dio, la missione ai lontani, le quotidiane attività pastorali.
Ci attendiamo giorni importanti allora. Prima di tutto per la ricchezza del mistero che incontriamo: la Pasqua del Signore!
E qui la spiritualità ha da attingere a piene mani e “fare il pieno” per un anno intero.
Vuol dire incontrare personalmente il Cristo che, attraverso la ricchezza stupenda dei riti che celebreremo, si fa presente nella sua morte e resurrezione. Vuol dire scoprirci salvati, non per merito nostro ma per pura grazia. E poi ricavare da questi giorni santi energie nuove: per una testimonianza personale più coraggiosa, una vita comunitaria davvero fraterna, un servizio disinteressato ai fratelli più poveri.
LA PASQUA È VITA PER LA VITA!
Auguro a tutti di ricevere da questa Pasqua un soffio di vita e di pace, là dove c’è il dolore e la sofferenza, dove si fa fatica a vivere. Nei giorni santi, porterò all’altare del Signore le vostre preghiere, i vostri desideri e chiederò al Dio della vita di farvi sentire la Sua presenza accanto ad ognuno di voi.
Buona Pasqua di risurrezione!
† Gianni Sacchi vescovo
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.