CASALE – “Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu”, questo è lo spirito della nuova mensa Caritas che è stata ufficialmente inaugurata a metà aprile in città, nella nuova struttura in strada Caduti nei Lager Nazisti 239, a fianco della stazione ferroviaria.
La mensa della Caritas di Casale è attiva dal 2015 ed è aperta il giovedì a cena e la domenica a pranzo e ospita numerose persone e famiglie che desiderano condividere il pranzo o la cena in compagnia dei volontari. La sua filosofia è “Chiunque è ben accetto, non solo chi necessita di un pasto, ma anche chi ha bisogno di compagnia o di socializzare, infatti, oltre a soddisfare la fame, la mensa cura anche la solitudine.”
Dall’inizio del lockdown il numero di persone che vi accedono è aumentato esponenzialmente ed è nata dunque la necessità di creare un luogo più spazioso dove poter accogliere un maggior numero di persone bisognose.
Ciò è stato reso possibile anche grazie al contributo dell’Otto per mille della Conferenza Episcopale Italiana, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, della Buzzi Unicem e del Comune di Casale. Questi contribuiti sono stati essenziali per poter potare avanti questo progetto.
“Il momento di oggi è pensato soprattutto per riflettere e dire grazie. Grazie per quello che capita quando prendi a cuore una persona. Prima ti si allarga il cuore e poi si allargano le nostre storie, che diventano più ricche di quanto non fossero prima” ha precisato il direttore della Caritas Don Marco Calvo all’inaugurazione. Il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi ha poi espresso la sua gratitudine a don Marco e a tutti i volontari della Caritas, che grazie al-la loro attività sul territorio, aiutano il comune a dare un contributo ai più bisognosi non solo a livello di benessere economico ma anche psicologico.
La mensa è operativa tre giorni la settimana, martedì e giovedì a cena e domenica a pranzo. “Un servizio reso possibile grazie alla presenza di una cinquantina di volontari a cui si aggiungono gruppi parrocchiali e associazioni fra cui il Rotary Club e il gruppo di San Salvatore che si metto-no a disposizione per il servizio dei pasti” conclude don Calvo.