CASALE – (gpc) Domenica scorsa 10 dicembre, con l’accensione del quarto lume di Channukkà si è celebrato un momento di festa, di gioia e di amicizia, che si rinnova anno dopo anno in cui la comunità ebraica accoglie tanti amici.
Un primo momento si è svolto in Sinagoga, accolti da Daria Carmi che ha ripercorso la storia che ha dato origine alla festa e alla riconsacrazione del Tempio nel II secolo a. C.
Il riferimento è andato alla lampada perpetua che pende dal soffitto di ogni sinagoga: “chi ha voluto spegnerla ha voluto togliere l’identità di esistere all’ebraismo, ma poi quel lume è stato riacceso, anche se l’olio non sembrava sufficiente per arrivare al giorno successivo. Anche per una piccola Comunità come la nostra esiste sempre l’incertezza del domani, ma questo non ci impedisce di continuare”.
E’ stata l’occasione per presentare la nuova chanukkia di Luca Vitone che attira l’attenzione nonostante le piccole dimensioni, essendo costruita come un minuscolo pianoforte a coda. “Un giocattolo – ha detto l’autore – ma anche un pianoforte perché la musica fa parte delle tradizioni ebraiche. Uno strumento con solo un’ottava, otto tasti, otto candele colorate, più una bianca, lo shammash che serve per accendere le altre. Otto colori dell’arcobaleno che sono un riferimento al gesto divino che annuncia la fine del diluvio”. Contestualmente si è inaugurata in Sala Carmi la mostra personale che dal titolo “Cara Casale” (aperta fino al 4 febbraio) e dedicata in gran parte al dramma dell’Eternit, soggetto che Vitone ha usato anche nella sua “Per L’eternità” portata alla Biennale di Venezia dieci anni fa.
Ha concluso Elio Carmi (Presidente della Comunità ebraica casalese) che ha espresso gratitudine alle autorità civili intervenute, ai rappresentanti delle confessioni monoteiste, ai cittadini che hanno riempito ogni panca della sinagoga.
E’ seguita, nel cortile delle api, l’accensione delle lampade di Hannukkà. Era presente Guy Shamni (che ha portato la sua testimonianza del grave momento che sta vivendo Israele) che ha guidato canti e preghiere insieme a Marco Di Porto, padre del giovanissimo Leone. Poi lo Shammash è passato dalle mani di Elio Carmi ai tanti amici. Per le autorità civili erano presenti il vicesindaco di Casale Emanuele Capra, il sindaco di Borgo San Dalmazzo Roberta Robbione, il questore Carmine Bagno, il Capitano della Guardia di Finanza Francesco Costa, il tenente Piero Pasquino in rappresentanza della Compagnia di Carabinieri di Casale Monferrato, Licia Sesia dell’ANPI, Gian Luigi Ravera dell’Associazione Nazionale Alpini, Vittorio Pugno, Comandante della Polizia Municipale di Casale. Per le autorità religiose c’era mons. Francesco Mancinelli (delegato diocesano per l’ecumenismo ed il dialogo), Raffaele Ya’qoub Frasson, della Comunità Islamica casalese, Abd Al Tawwab Colucci, Salman Trotti e Mulayka Enriello (del Coreis), Shoryo Tarabini del Centro Buddista di Cereseto, Alessandro Calà, Pastore degli Avventisti del Settimo Giorno.