Trenta nomi (ora ridotti a ventuno) di senatori del Pd e altrettanti deputati (in maggioranza renziani), che hanno espresso dubbi sulla cosiddetta “stepchild adoption”, la possibilità di adottare il figlio biologico del compagno prevista dal disegno di legge sulle unioni civili, sono apparsi sul sito gay.it. Omosessuali, lesbiche, transessuali e laicisti irriducibili ne fanno una guerra di religione. Il messaggio è chiaro: da oggi nessuno si senta più libero di esprimere le proprie idee, se non vuole che il suo nome finisca nella lista dei cattivi…
Le prime liste di proscrizione, a memoria d’uomo, furono quelle scritte dal dittatore Silla contro gli oppositori. Elenchi pubblici stilati in punta di spada che bandivano gli avversari politici, li privavano dei beni e, soprattutto, consentivano a chiunque di ucciderli con ricompensa a carico della Repubblica. Cambiano i tempi ma i metodi restano, sebbene le nuove liste di proscrizione non siano più affidate alla ragione delle armi ma alla gogna del digitale. Contro i senatori dem che hanno espresso riserve, gli ex di Sel (ex Vendoliani): sia quelli confluiti nella Sinistra del PD, tra cui il casalese deputato Fabio Lavagno, che quelli usciti per formare Sinistra Italiana con i fuorusciti del PD. Ora il Partito Democratico fa i conti sul pallottoliere, perché al Senato, con il voto segreto e la presa di posizione dei cattolici del PD e di NCD il ddl Cirinnà può naufragare e la rottura con gli elettori cattolici sarebbe pericolosissima per il Governo.
Valuti Matteo Renzi se il calcolo politico merita la prepotenza delle lobbies per barattare una cattiva legge alla faccia del buon senso e della volontà della maggior parte del popolo italiano e se pensa sia sensato regalare al Movimento 5 Stelle la perdita anche di questa parte dell’elettorato cattolico al PD.
paolo busto