CASALE (m.b/a.m) – Sensazioni, ricordi, attimi che talvolta sembrano ormai lontanissimi, quasi dimenticati. Per chi danza, rinunciare alla propria passione, che spesso si coltiva fin da bambini, è stato forse un sacrificio ancora maggiore rispetto a chi pratica altri sport. Una disciplina quella della danza che passa attraverso la fatica, l’impegno costante, il sacrificio e allenamenti quotidiani che non ammettono deroghe. Ora, da casa, è sicuramente tutto diverso.
Mattia Monzeglio, 30 anni, allievo della scuola Step Out di Casale, ha scritto questo toccante intervento: “5,6,7,8 … Un ballerino sa bene cosa voglia dire trovarsi in aula a lezione. C’è la concentrazione, la disciplina, quel profumo di pece e gli specchi. È proprio lì che ci si studia, si cresce, ma non solo individualmente: la danza, infatti, è fatta anche di interazioni con gli altri, per sentire l’insieme, percepire il tempo della musica per incollarci sopra proprio quel movimento in quel determinato istante. Viaggiare nello spazio, sfruttare il pavimento, sentire i compagni. Pian piano questa sensazione è stata limitata in un quadrato di 2×2, e la danza è stata messa in gabbia. Quindi i movimenti hanno certamente un respiro più limitato, il respiro è più contenuto e le ali del ballerino (quelle che Martha Graham credeva essere il prolungamento delle braccia) si sono gradualmente rimpicciolite e ristrette, per proteggere, per prevenire, per garantire la sicurezza a tutti, necessaria in questo difficile periodo. E adesso? Non c’è più l’odore di pece, e neanche una sala piena di specchi. Neanche più l’insieme di un gruppo che balla nella stessa stanza che un tempo sembrava infinita. C’è un tablet, oppure un pc o un cellulare. C’è un piccolo spazio che ci si crea nel salotto o nella cameretta. Cosa rimane allora? Gli occhi luminosi della Maestra che ci scrutano dalla webcam, il sorriso dei compagni, il contare i giorni e le ore prima di rivedersi e ballare insieme, quello non potrà mai portarlo via niente e nessuno. Perché se una passione è così forte non ci si può arrendere. Se la danza è necessità, è proprio ora che il suo scopo raggiunge il picco massimo. Perché un ballerino, rimane tale per sempre. E allora avanti così, 5,6,7,8….”.
“Se me lo avessero raccontato, non ci avrei creduto. E invece è tutto vero. Il lockdown l’ho vissuto in prima persona. E per ben due volte a distanza di pochi mesi. Per me è molto dura. Mi manca la scuola, le mie amiche, il quotidiano frenetico a cui sono abituata. E soprattutto mi manca tantissimo la mia grande passione: la danza! La pratico ormai da 8 anni e ormai fa parte della mia vita – commenta Aurora Emanuel, 13 anni – Quello che provo quando ballo è un insieme di emozioni. Di sensazioni. Felicità, gioia, libertà, magia! Mi sento me stessa al meglio. Se ho avuto una giornata un po’ difficile, succede che danzando cancello tutto. Per fortuna la mia insegnante mi ha dato la possibilità di seguire le lezioni online, Mi sembra strano farle a casa, ma almeno posso continuare a coltivare la mia passione in questo periodo difficile. Periodo che anche se sembra tutto negativo, io qualcosa di positivo lo voglio trovare. Ad esempio mi ha responsabilizzata un po’ di più. Ho imparato a gestire meglio il mio tempo e a non dare tutto per scontato. Spero che torni tutto come prima. Non vedo l’ora di riprendere la mia vita piena di impegni e poter finalmente riabbracciare tutte le persone a cui voglio bene”.
Ed ecco invece il commento di Elena Merlo, 14 anni: “Mi spiace veramente tanto non poter più praticare danza in presenza, perché era veramente bello, ma nonostante questo è bello che anche in momenti come questi si riesce a fare danza anche se a distanza, si riesce comunque a costruire e mandare avanti qualcosa di bello, spero tanto di poter tornare in presenza il prima possibile”.