L’egittologa casalese Sabina Malgora: “Servono comportamenti responsabili”
CASALE – «Negli ultimi diciotto mesi di mummie ne ho viste davvero poche! – racconta l’egittologa Sabina Malgora – Ma ho visto mummificarsi progetti di nuove sale museali, di mostre, di laboratori per bambine e bambini, conferenze, congressi, eventi culturali piccoli e grandi, ricerche bioarcheologiche ed antropologiche. Ho visto l’arte, la cultura, il teatro, la danza diventare come mummie, soffocate dal Covid e dalla assurda mancanza di fondi, aiuti, ma anche per l’insensibilità delle persone e per l’incapacità di distinguere la professionalità. Mummificate non per una loro glorificazione o per la vita eterna! Ma per un destino terribile!».
Che cosa insegna l’arte in tempo di Covid? A cosa serve la ricerca nel Passato?
«Solo il senso della vita – prosegue Malgora -. Solo l’insegnamento per la sopravvivenza. Solo a non commettere nuovamente gli stessi errori. Noi continuiamo a lavorare, anche e spesso senza fondi, perché crediamo fortemente nella ricerca paleopatologica e nella divulgazione del sapere scientifico attraverso eventi per tutti, perché sappiamo che le nostre piccole e grandi scoperte servono alla ricerca medica. E non abbiamo bisogno di spiegarlo più. Ma ne abbiamo sempre la voglia. Solo chi vive di passione per il proprio lavoro può capire il fuoco che spinge ad andare avanti anche quando, come ora, le difficoltà sembrano insormontabili e quando le conseguenze pesano come macigni».
E la mostra al Castello di Casale in programma nel mese di novembre?
«Avevamo programmato un grande e doppio evento, benefico, per aiutare i felini sfortunati dell’Associaizone Nonsologatti, con il coinvolgimento di un grande archeologo di fama mondiale, un caro collega, che pur lavorando in Kazakhistan, sarebbe venuto appositamente a Casale: Dall’Egitto all’Asia Centrale: mummie. Più di un mese di lavoro organizzativo, senza contare l’ideazione che sta alle spalle, andato parzialmente in fumo, per l’acuirsi del Covid e per settimane, forse mesi, di comportamenti superficiali. Parzialmente perché siamo stati contattati da alcuni musei italiani che desiderano avere l’evento presso la loro struttura e parzialmente perché pensiamo di proporlo in città quanto prima, grazie agli sponsors privati che ci aiutano”.
L’egittologa casalese conclude lanciando un appello «a tutti noi, al nostro senso civico, all’amor patrio, affinché ognuno si comporti in modo responsabile seguendo le regole che la nostra sanità e la nostra amministrazione comunale ci indicano. Ma anche un appello a non far morire la nostra arte che si traduce in ricerca, in mostre, in eventi culturali che sono di accrescimento per la nostra intera comunità. Per quanto mi riguarda, la mia esperienza e professionalità sono sempre al servizio dell’arte, della cultura e della ricerca…e, se me ne viene data la possibilità, spero di poterlo fare in modo più impattante per Casale, la mia città”».