CASALE – A cura della Pastorale Scolastica e Giovanile, “Cantiere Speranza” ha ospitato lunedì scorso presso il Centro Salesiano del Valentino una relatrice d’eccezione: Suor AlessandraSmerilli, una delle principali animatrici di parte italiana del Sinodo dei Giovani recentemente conclusosi. Dopo il pomeriggio passato all’ “IIS Balbo – plesso Lanza” per concludere il corso di “Economia Civile”, la professoressa è stata protagonista dell’incontro “Precarietà, ingiustizie, squilibri. La Chiesa si fa voce dei giovani”. Introdotta dal prof. Riccardo Calvo e da direttore dell’Opera Salesiana casalese don Marco Durando, suor Alessandra ha raccontato il percorso che l’ha portata a partecipare al Sinodo come uditrice e allo svolgimento del medesimo, alla luce della grande novità voluta fortemente da papa Francesco, ovvero la presenza costante dei giovani alle discussioni dei padri sinodali. Circostanza, questa, che durante i lavori ha più volte orientato la discussione dei vescovi, evidenziando i temi che più i giovani hanno percepito come importanti e necessari nella costruzione di una visione di futuro.
Partendo dal documento finale del Sinodo, nel quale sono rintracciabili molti elementi riconducibili alla salesianità (suor Alessandra lo ha sostenuto con non poca emozione, ma anche sottolineando come questo rappresenti pure una grande responsabilità) sono state diverse le provocazioni lanciate dalla relatrice, particolarmente coinvolta anche a motivo della propria formazione e competenza. Una fra tutte: per l’ultimo rapporto Caritas un povero su due è giovane, circostanza del tutto nuova e decisamente allarmante nel panorama sociale ed economico odierno. Esperta in economia politica e sociale, suor Alessandra ha più volte ricordato che occorre coraggio e profezia anche in campo economico con “scelte che mostrino che un’economia amica della persona e dell’ambiente è possibile” (n. 154 Sinodo). Molti giovani mostrano di avere sensibilità su questi temi e li riconoscono fondamentali. Un altro dato sorprendente: circa 35 mila laureati all’anno migrano dall’Italia all’estero ogni anno, una cifra decisamente importante che segnala la non possibilità, per le giovani generazioni, di pensare il loro futuro professionale e umano nella loro terra di origine, nella propria comunità…
Un altro tema non indifferente dal punto di vista pastorale ed educativo, sottolineato più volte, è stato quello della vocazione, intesa come percorso in cui tutti i giovani devono e possono essere coinvolti, nella costruzione di un progetto di vita che riguarda tutti e che mette in gioco la libertà di scelta e di decisione di ciascuno.
Nel dibattito che è seguito si è ribadita la necessità da parte degli adulti di riappropriarsi del proprio ruolo educativo e di testimonianza nei confronti dei giovani, per rendere desiderabile l’adultità e accompagnare le fasi del discernimento e della scelta vocazionale.
La parola conclusiva della serata è stata al termine affidata a Monsignor Vescovo Gianni Sacchi.
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