CASALE (d.c.) – Quei genitori sono troppo vecchi per accudire una bambina. O forse no. Tutto da rifare nel processo contro i due genitori monferrini Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis, a cui era stata strappata via la figlia ormai sei anni fa. L’unica colpa era stata quella di averla avuta, grazie alla fecondazione artificiale operata all’estero, quando il giornalista monferrino aveva già 69 anni e la moglie 58. Il resto, l’averla lasciata per pochi minuti in macchina mentre scaricavano la spesa (come segnalato da una zelante vicina di casa) sembrava un motivo troppo banale e assurdo per essere concreto.
Lo era però per la gente comune, non per gli illuminati assistenti sociali, né tantomeno per l’invidiabile sistema giudiziario italiano che tolsero la bambina ai due monferrini, denunciando gli stessi per abbandono di minore. Il caso, assurdo, finì anche sotto i riflettori della cronaca nazionale ma questo non fermò la giustizia italiana che, con zelo, confermò in tutti i gradi di giudizio la decisione di revocare le potestà genitoriali ai genitori ed inserirla nell’ambito «sistema assistenziale e sociale», tra comunità per minori e famiglia affidatarie.
Oggi, sei anni dopo, grazie alla sentenza definitiva di assoluzione dei genitori dall’infame capo di accusa di abbandono del proprio figlio, la Cassazione, con una sentenza di revocazione, ha annullato il suo stesso pronunciamento del novembre 2013, e quelli precedenti, rinviando l’intero processo (quello relativo all’adottabilità) nuovamente alla Corte d’Appello di Torino.
Perché se è stato stabilito in via definitiva che i genitori non erano stati negligenti, hanno tutto il diritto di riavere tra le braccia la propria bambina. Ora bisognerà attendere il nuovo pronunciamento, ma per la coppia di Mirabello si è riacceso un bagliore di speranza. Dietro questa brutta storia, restano le perplessità attorno ad un sistema giuridico minorile che ha denunciato gravi falle e carenze.
Perché di certo, in questo caso, necessariamente qualche magistrato ha sbagliato e lo ha fatto sulla pelle di una bambina, strappata da casa dopo pochi mesi dalla nascita, e sul dolore dei suoi genitori. Una piccola che ora, dopo una vita intera trascorsa in case famiglia o presso famiglie affidatarie, sarà nuovamente strappata al suo mondo e dovrà tornare in una casa che non riconoscerà più come sua. La speranza è che l’amore che sicuramente gli sarà dimostrato dai suoi genitori, possa in qualche modo cancellare gli anni di incredibile tribolazioni. La speranza è che lo zelante sistema minorile, incomprensibilmente bloccato dalla burocrazia nei casi di violenza sui più piccoli o quando vengono usati per elemosinare denaro per le strade della città, intervenga con maggiore forza dove ce n’è veramente bisogno.
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