OZZANO – Come vuole tradizione giovedì 6 aprile, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale di San Salvatore ad Ozzano Monferrato ci sarà un appuntamento che si ripete ogni anno (unica eccezione fu il 2020 per via dello scoppio dell’emergenza pandemica) e le cui origini si perdono nel tempo. Si tratta della benedizione dei ‘Bisulant’, che il parroco darà al termine della Messa del Giovedì Santo, con i fedeli che li avranno posti ai piedi dell’altare o li alzeranno tenendoli in mano.
Il ‘Bisulant’ è un biscotto a forma di torcetto, dalle varie dimensioni, così chiamato nel vernacolo piemontese parlato ad Ozzano e diventato un suo patrimonio di identità culturale.
La parola potrebbe evocare ‘bicciolano’ vocabolo tipico del territorio vercellese, dunque ‘bisulant’ era un nome attribuito ad un pane che si presume sia stato introdotto in Ozzano dai presuli vercellesi nel secolo Quindicesimo. Anticamente nel Marchesato del Monferrato era diffuso, da parte dei nobili e delle congregazioni religiosi, l’atto di donare ai poveri durante alcuni ricorrenze religiose.
L’origine di questo gesto si ricollega ad un intervento miracoloso operato da Sant’Antonio nei riguardi di un bambino che era affogato in un torrente.
La mamma si rivolse al Santo perché glielo resuscitasse e il Santo, toccato dal dolore di quella donna, compì il miracolo a condizione che lei, tutti gli anni, regalasse ai poveri una quantità di grano equivalente al peso di suo figlio quando era stato riportato in vita- Nel secolo quindicesimo operava in Ozzano la Confraternita dei Disciplinanti, istituita dal Vescovado di Vercelli che aveva giurisdizione sul territorio dei feudo di Ozzano.
La Confraternita durante il Giovedì Santo, distribuiva ai confratelli e ai poveri del borgo, pagnotte di pane benedetto. Un atto caritatevole che venne mantenuto anche nei secoli successivi. Nel Novecento, però, la Confraternita si sciolse e la sua attività terminò, non così la tradizione di benedire il pane in occasione del Giovedì Santo. Inizialmente si trattava di un pane fatto in famiglia, modellato ad anello ed alzato in chiesa durante la benedizione.
Negli anni Sessanta la storica panetteria Tracino di Ozzano, presso cui le donne del paese portavano i pani da cuocere, propose una nuova ricetta del bisulant, non più come tipo di pane ma come morbido biscotto con la forma di torcetto.
Grazie alla tecnica di lavorazione e ad ottime materie prime, che conferiscono loro caratteristiche uniche, il successo dei bisulant varcò i confini comunali.
Nel maggio 2013 la giunta comunale, guidata da Davide Fabbri ha approvato i disciplinari (scheda tecnica e scheda storica) ed attribuendo la De.Co. al Biciolant d’Ausan, preparato per quest’anno dagli esercizi commerciali ozzanesi ‘Vecchio Forno’, ‘La Ghiotta’ e ‘La Botteghina’.
Massimo Iaretti