CASALE – La situazione attuale del Kosovo vede ancora notevoli tensioni, in particolare a Mitrovica, dove vivono albanesi e serbi del Kosovo. E’ la zona di origine del parroco di San Germano, don Martin Jetishi. Commenta don Martin: “Penso che i politici continuino a cavalcare varie forme di populismo senza preoccuparsi che possano andarci di mezzo i cittadini. Spesso i serbi del Kosovo vengono strumentalizzati dal governo serbo per destabilizzare la situazione e trarne vantaggi. Sono 25 anni che non riconoscono la Repubblica del Kosovo, non pagano nessuna tassa, non accettano la legge!”.
La Kosovo Force, forza militare internazionale guidata dalla Nato, segue la situazione con molta diplomazia, lavora per la pace e, commenta don Martin, sembra che riesca a fare qualche passo in quella direzione, facendo capire ai serbi del Kosovo che l’indipendenza del territorio in cui vivono è un bene per tutti e quindi anche per loro.
In Kosovo con la missione internazionale è presente anche il comandante della compagnia carabinieri di Casale, capitano Valerio Azzone. Ed è stato bello per don Martin Jetishi incontrarlo nella propria casa. Insieme hanno visitato la chiesa parrocchiale di Gjakova, dove don Martin è stato battezzato e formato per ben 8 anni, hanno visitato anche il cimitero di Meje, il più grande del Kosovo, dove durante la guerra del 1999 sono stati uccisi 375 civili, di cui molti giovanissimi. Don Martin ha raccontato come per miracolo alcuni, lui compreso, si sono salvati. Il 27 aprile 1999 lui ha fatto un patto con Dio: “Se ci salverà, dedicherò tutta la mia vita a Lui”. Era infatti arrivato l’ordine di uccidere ogni maschio dall’età di 15 anni in su. Lui aveva 15 anni, ma il miracolo è arrivato! Don Martin crescendo ha capito cosa vuol dire fare un patto con Dio. Ha maturato quella promessa e ora dedica la sua vita a Dio e al suo popolo per dare testimonianza!
Don Martin con don Jeton Thaqi hanno accolto l’invito del capitano a raggiungere la base dei militari a Peja.
È stata bella la loro accoglienza ed è stato importante capire quanto bene hanno fatto i soldati italiani per ben 25 anni con la missione Nato in Kosovo. Racconta don Martin: “Abbiamo pranzato insieme con il cappellano militare don Michele, che ci ha fatto vedere la sua bella chiesa all’interno della base. Lui dedica la sua vita ai soldati, una missione diversa ma molto apprezzata.
Dopo pranzo abbiamo incontrato il comandante della base, che ci ha accolto con piacere, e il capitano accompagnandoci all’uscita ha chiesto di salutare i casalesi!”.
La giornata di don Martin Jetishi si è conclusa con una cena amichevole con l’ex ministro di Difesa del Kosovo, Anton Quni, persona molto stimata in quel Paese.