Consumi e investimenti sono il traino della risalita dell’economia italiana, e l’export è in espansione sui mercati mondiali che riacquistano dinamicità. Per il trimestre d’autunno anche le aspettative delle industrie alessandrine sono nuovamente positive, in attesa della vera crescita.
Lo confermano i risultati della 188a Indagine Congiunturale Trimestrale di Confindustria Alessandria, che rileva le previsioni di attività delle imprese associate per il trimestre ottobre-dicembre 2021.
Sono sostanzialmente in linea con quelli della precedente indagine gli indici SOP, che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti, che sono positivi per gli ordini totali ed export, per gli investimenti, e anche in aumento per l’occupazione e per la produzione.
Nello specifico, la previsione dell’occupazione è in crescita a +10 (era +3 nell’ultimo trimestre), e anche quella della produzione a +21 (era +19), quella degli ordini totali è stabile a +17 (era +18), e quella degli ordini export permane positiva a +6 (era +15). Si contrae lievemente la previsione sulla redditività che si fissa a zero (era +4).
In spiccata discesa la previsione di ricorso alla cassa integrazione formulata dall’8% degli imprenditori intervistati (era il 16% lo scorso trimestre) e sono sempre in maggioranza, dal 75 % al 78%, quelli che prevedono invariata l’occupazione.
La propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è sempre elevata ed è dichiarata dal 72% degli intervistati (era il 78%) anche se in lieve e fisiologica contrazione, mentre il grado di utilizzo degli impianti è stabile al 77% della capacità (era il 77%). Il ritardo negli incassi scende ed è segnalato dal 24% degli imprenditori (era il 27%). L’indicatore di chi ha lavoro per più di un mese aumenta ed è dichiarato dall’89% degli intervistati (era l’84%).
Permangono buone anche le previsioni dei settori produttivi: per il metalmeccanico, per la gomma-plastica e per l’alimentare, mentre il comparto della chimica segnala previsioni non migliorative.
Per il settore dei servizi alle imprese gli indici sono nel complesso ancora positivi: la previsione dell’occupazione a +21 (era +10), il livello di attività a +21 (era +27), i nuovi ordini da +13 a zero, rimangono positivi la redditività e il carnet ordini.
E gli indicatori che emergono dall’indagine congiunturale di Alessandria sono in linea con le previsioni registrate a livello regionale piemontese.
I risultati dell’Indagine Congiunturale, elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria, alle quale hanno collaborato novantaquattro imprese associate tra le manifatturiere e quelle dei servizi alla produzione, sono stati presentati il 21 ottobre dal Presidente di Confindustria Alessandria, Laura Coppo, e dal Direttore, Renzo Gatti.
“Il recupero dell’economia nazionale è ben avviato – spiega Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria – e in attesa che inizi la vera crescita anche le previsioni dei nostri imprenditori sono ancora positive, come nel precedente trimestre.
Il Centro Studi Confindustria sottolinea che ‘Il motivo principale della maggior crescita attesa è dato dagli effetti benefici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che vale 235 miliardi tra 2021 e 2026 e che finanzierà le riforme e alimenterà gli investimenti. Per i primi anni l’impatto positivo è attribuibile soprattutto all’aumento di spesa e agli investimenti pubblici. Col tempo, invece, l’attuazione del Piano avrà effetti positivi sulla crescita, aumentandone il potenziale’.
Ovviamente anche l’industria della nostra provincia attende di conoscere la reale portata e la puntuale identificazione degli interventi che potranno portare beneficio sul nostro territorio, dove diversi settori produttivi hanno posizioni competitive di eccellenza a partire dalla gioielleria, campione di export, piuttosto che dall’alta soglia tecnologica di chimica e gomma-plastica.
Tuttavia, seppure a fronte di prospettive positive, il Centro Studi Confindustria avverte che occorre ancora considerare diversi elementi di rischio verso una crescita solida e duratura: dalla carenza prolungata delle materie prime ai costi dell’energia, all’inflazione elevata”.
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