CASALE – “E’ un continuo andirivieni di Polizia, Carabinieri, ambulanze. Non si può continuare così”. Sono molti i cittadini di via Lanza che iniziano a non sopportare più le continue problematiche legate agli immigrati ospiti della Coopertiva Senape coordinata da Mirella Ruo. “Praticamente litigano quasi tutte le sere, non capendo la loro lingua non saprei che si dicono – ha detto un commerciante casalese che abita proprio nei pressi di uno degli alloggi utilizzati per l’ospitalità – nella maggior parte dei casi si tratta solo di discussioni verbali. Ogni tanto poi passano alle mani”.
Ed è ancora vivo il ricordo di un paio di mese fa, quando rimase vittima di un’aggressione, proprio la responsabile della cooperativa. Martedì 26 aprile la colluttazione è stata così violenta da richiedere l’intervento del 118 oltre che delle forze dell’ordine. Sarebbe stato necessario addirittura la pulizia della strada, per alcune macchie di sangue, da parte di un operatore dell’Amc. Ma le segnalazioni e le proteste non arrivano da una popolazione razzista o forcaiola.
“La maggior parte sono brave persone – ha raccontato un anziano – a volte gli abbiamo portato dei beni per aiutarli e mi sono fermato a parlare con loro. Senti le loro storie, capisci il dramma dal quale spesso scappano. Purtroppo però c’è anche chi crea problemi”.
Oggi gli immigrati ospitati dalla cooperativa Senape sono 81, comprese donne e bambini. In proporzione al fenomeno nazionale, anche a Casale la maggior parte sono migranti economici, a cui segue un numero più esiguo di rifugiati. Cittadini maliani, somali, eritrei che scappano dall’orrore della guerra. La Caritas diocesana, invece, ne ospita 6 di cui 4 nigeriani (2 mamme con 2 bambini) ed una coppia del Ghana.
Secondo la Cooperativa Senape i disordini che si verificano in via Lanza non sarebbero un problema generalizzato ma relativi ad un solo singolo caso. “Purtroppo è un ragazzo di 25 anni, nigeriano, richiedente asilo, che ha gravi problemi psichiatrici – ha detto la responsabile della cooperativa Mirella Ruo – sono sincera nel dire che abbiamo difficoltà a gestire questo caso. E’ un ragazzo che necessita di cure ed assistenza specifica che, tuttavia, lo Stato non gli fornisce. E’ un caso particolare, forse non previsto, che effettivamente sta creando qualche problema. Lo stiamo facendo studiare da solo perché in classe ha creato problemi. Nell’ultima lezione stava andando tutto bene ma al termine ha dato in escandescenza e ha morso il dito di un ragazzo. Altre volte litiga, si picchia. Stiamo cercando di risolvere la situazione ma non è semplice”.