L’Osservatore Romano di sabato scorso pubblica un interessante articolo su Mons. Mario Aurelio Poli, già ausiliare del Card. Bergoglio alla diocesi di Buenos Aires dal 2002 al 2008e poi trasferito alla diocesi di Santa Rosa, nella pampa al Sud. Pochi giorni dopo l’elezione del Papa, questi telefonò a Mons. Poli per comunicargli che lo aveva nominato suo successore a Buenos Aires. La nomina è del 28 marzo. Il nuovo Arcivescovo di Buenos Aires è nato nella capitale argentina il 29-11-1947. Mons. Poli ricorda quanto è stato amato Papa Francesco quando era a Buenos Aires, la sua capacità di incontro, l’amore ai poveri, agli ammalati, agli ultimi e il coraggio per realizzare nella Chiesa una efficace opera di evangelizzazione e promozione umana. Al termine dell’intervista, c’è un passaggio che ci riguarda; radici monferrine sia per Papa Bergoglio che per il suo successore a Buenos Aires, mons. Mario Aurelio Poli, che addirittura abitò anche a Casale Monferrato.
“- Anche Lei ha origini italiane come Bergoglio?
– Sono nato a Buenos Aires da padre italiano e da madre argentina. Mi padre Mario era toscano, nato nel 1900 a La Scala, in diocesi di San Miniato. Aveva due fratelli, Aurelio e Cornelio. Ricordo che la nonna paterna era molto religiosa. Mio padre e mio zio vennero battezzati nella chiesa di san Pietro alle Fonti che ho visitato qualche anno fa e della quale conservo un bel ricordo. Mio padre era un macchinista delle ferrovie. Negli anni Trenta conduceva il treno da Firenze a Lione. Venne fatto prigioniero al tempo del fascismo, anche se non sappiamo molto di questa storia. A quanto sembra, un parroco intervenne per liberarlo. Per sfuggire alla guerra emigrò con suo fratello Aurelio in Argentina. Aprirono una torneria ed il lavoro andò bene. Mia madre invece era una sarta, anche lei proveniente da una famiglia molto cattolica. Da mio padre ho ricevuto la cultura del lavoro e da mia madre la religiosità. Abitavamo a Buenos Aires ma per un periodo siamo stati anche a Casale Monferrato in Piemonte. Devo dire che sono contento quando vengo in Italia, perché mi sento come a casa.”