TICINETO – Domenica 3 giugno il Professor Giovanni Tesio, ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, è stato ospite presso la sala Consiliare del Comune di Ticineto per la presentazione del suo “canzoniere in piemontese” dal titolo “Vita dacant e da canté”, un libro di 369 sonetti dialettali edito dal Centro Studi Piemontesi. L’evento, organizzato dal Circolo Culturale Aceto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ticineto, si è aperto con il saluto della Presidente Angela Merlo, che, ringraziati i numerosi partecipanti ed il Professor Tesio, ha voluto ricordare la compianta amica Giuse Vipiana, insegnate di lettere e critica letteraria che ha sempre mostrato grande e lucido interesse verso le iniziative culturali ticinetesi. A seguire è intervenuto il Vice Sindaco di Ticineto, Cesare Calabrese, che, dopo aver rivolto un saluto e un ringraziamento a nome dell’Amministrazione, si è voluto soffermare sulla duplice importanza dell’evento: da un lato si è trattato infatti di una preziosa occasione per rendere la sala Consiliare un partecipato luogo di vita comunitaria e culturale, dall’altro ha rappresentato l’opportunità di affermare come la valorizzazione e il rispetto delle proprie radici sia uno tra i vari elementi necessari per affrontare le complesse sfide della quotidianità. Il tema delle radici, e della loro rappresentazione attraverso il dialetto, è stato dunque il punto di partenza dell’intervento del Professor Tesio, che si può collocare tra i più ferrati conoscitori della lingua contemporanea dialettale. Riconosciuta l’importante funzione della vulgata dialettale nel determinare la complessità della lingua italiana, nonché il ruolo cruciale che le solide radici territoriali nel paese di Pancalieri (2.000 abitanti in provincia di Torino)hanno avuto nel percorso di crescita personale di Tesio, il Professore ha voluto ricordare, citando Cesare Pavese, quanto sia comunque sempre necessario accompagnare il rispetto delle radici con un costante desiderio di fare nuove esperienze ed essere aperti alla complessità del mondo che ci circonda. Fatta questa premessa, il pubblico ha potuto apprezzare la lettura, prima in dialetto e poi nella traduzione in italiano, di alcuni dei sonetti più significativi della raccolta, il cui titolo, come ha ricordato l’autore stesso, comunica un duplice messaggio. Da un lato racconta di una “vita dacant”, ossia una vita in disparte, accompagnata dalla discrezione di vivere rispettando il proprio ruolo con modestia e umiltà. Dall’altro è però anche una “vita da canté”, ossia una vita da raccontare nelle sue più svariate sfaccettature quotidiane. E così Tesio, con discrezione, ospita il lettore nel suo mondo, parlando di spiritualità, amore, malinconia e condividendo elogi, tra cui quello per il Monferrato, definito come terra di “una dolcezza straordinaria”. Quello che emerge è un intreccio tra poesia e vita: se quella del Professore piemontese è infatti una poesia che ha per oggetto la vita, va anche ricordato che la sua vita ha nella poesia un organo vitale. Ed è pertanto vero, come riporta Pietro Gibellini nella prefazione, che questa raccolta “è un dono che ci insegna che stare in disparte può essere un modo di salvare la dignità, di trovare o quanto meno cercare il nostro centro; soprattutto, che cantare la vita, e amarla, è la cosa più bella”. L’incontro è proseguito con un interessato dibattito sul futuro della lingua dialettale. Secondo Tesio, esponente di un’ultima generazione di dialettofoni, si tratta di una lingua destinata all’estinzione, anche se si è detto convinto che si tratterà di un percorso molto lento poiché ci sarà sempre qualcuno che tenterà di farla sopravvivere.
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