CASALE – Dopo Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro, tredici anni dopo quella di Carlo Azeglio Ciampi, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato Casale Monferrato.
Una tappa “non ufficiale”, non programmata. Quarantacinque minuti ritagliati in un’agenda incredibilmente fitta, tra la visita ufficiale a Vercelli per il 150° anniversario della costruzione del canale Cavour, e quella privata a San Salvatore.
Ma è stata, tra tutte, forse la visita più importante per Casale, quella con maggiore significato. Perché il Presidente Mattarella il poco tempo che aveva a disposizione, l’ha voluto dedicare totalmente alla visita della scuola “VerdeBlu” e del Parco Eternot, monumenti alla vita costruiti là dove veniva seminata la morte.
Il Presidente è arrivato, con una scorta tutto sommato modesta, con sei minuti d’anticipo rispetto al rigidissimo cerimoniale del Quirinale nel piazzale antistante l’asilo, ed è stato accolto dal sindaco Titti Palazzetti, con il Prefetto Romilda Tafuri e dai parlamentari del territorio. Terminata la visita alle aule, allietata dal coro dei bambini, il Capo dello Stato si è recato a piedi al Parco, accompagnato anche dall’ex ministro e componente del Consiglio Superiore della Magistratura Renato Balduzzi, dai senatori Daniele Borioli, Federico Fornaro e Manuela Repetti e dai deputati Fabio Lavagno e Cristina Bargero. La visita al Parco EterNot si è sviluppata in tre tappe.
Una all’ingresso dove è stato suonato e cantato l’Inno di Mameli e dove il Presidente ha salutato la cittadinanza e le associazioni d’Arma. Poi si è recato verso l’Albero dei fazzoletti dove ha incontrato alcuni ragazzi e bambini delle scuole casalesi. La terza ed ultima tappa si è svolta dove sorgeva il vecchio pozzo dello stabilimento Eternit, dove il Presidente ha incontrato e salutato il simbolo della lotta all’amianto: Romana Blasotti Pavesi.
Continuate la lotta
Prima di risalire in auto il Presidente Mattarella ha voluto lasciare un messaggio a Casale ed ai casalesi, simbolo vivente di determinazione e lotta per la giustizia. «Quello dell’amianto è un dramma sul quale Casale e i suoi cittadini hanno costruito il suo futuro. Ho appena incontrato Romana Blasotti Pavesi, che ha perso molti familiari, impegnata per il futuro della Città, insieme agli studenti, che hanno parlato a lungo di quel che avvenuto e di come Casale sta ripartendo ed è ripartita. Questo non è soltanto un segno di speranza, ma un segno concreto di avvenire. Ed è significativo che sopra la vecchia fabbrica che ha prodotto tante malattie e tanti morti, sia stato costruito questo Parco e questa scuola recuperando il luogo in maniera esemplare, con impegno riversato interamente sul futuro». Inoltre il Capo dello Stato, privatamente, ha spronato le autorità cittadine a «proseguire, continuare ed ad andare avanti con coraggio nella bonifica e nella ricerca».
Città semi-blindata
La visita del Presidente della Repubblica non ha stravolto più di tanto la vita della città, né il traffico già rallentato dai numerosi partecipanti alla festa del vino. Considerato che si trattava della prima carica dello Stato, anche l’apparato di sicurezza è stato tutto sommato modesto.
Svolte già in mattinata le precauzioni di routine, come la bonifica del percorso, la chiusura di alcuni passaggi, la saldatura dei tombini e la rimozione dei cassonetti.
Nell’area attorno al Parco le strade sono rimaste aperte ed è stato imposto soltanto il divieto di sosta. Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale hanno garantito la sicurezza, così come alcuni uomini dei reparti speciali e due tiratori scelti che hanno protetto a distanza la vita del Capo dello Stato. Corteo non imponente con soltanto due moto ed un’auto della Polizia Stradale, un’auto della scorta e l’auto Presidenziale, seguita da un pulmino dove alloggiavano altri Corazzieri in borghese della sua scorta personale e lo staff del Presidente, e due ambulanze.
Dario Calemme