Riceviamo e pubblichiamo
Di fronte all’aggravarsi della crisi del Gruppo Cerutti riteniamo che il Consiglio Comunale debba riunirsi, anche in forma pubblica, pur nel rispetto delle misure di sicurezza. Per questo motivo ieri, in occasione della riunione della Conferenza dei Capigruppo, abbiamo richiesto che ciò possa avvenire in tempi stretti. Abbiamo proposto un primo documento, su cui siamo pienamente disponibili ad accogliere le eventuali integrazioni, affinché possa essere fatto proprio e condiviso dall’intero Consiglio e da tutte le forze politiche e civiche che vi fanno parte. Siamo di fronte a un passaggio estremamente delicato per il mondo del lavoro e dell’economia casalese e di tutta la nostra zona, il nostro auspicio è che la città si unisca e che ognuno, in funzione del proprio ruolo e delle possibilità, dia una mano per individuare delle soluzioni di ripartenza e rafforzamento del nostro tessuto produttivo. Come ben sappiamo, la storia della Cerutti, prossima ai 100 anni di vita, è una storia fatta di persone che hanno condiviso negli anni lo sviluppo di un’azienda storica e simbolo del nostro territorio e del “made in Italy” nel mondo, contribuendo alla crescita di Casale Monferrato. La situazione di difficoltà che stanno vivendo i lavoratori e le famiglie in questo momento è una situazione che ci coinvolge tutti e che richiede il massimo impegno, a tutti i livelli e per ogni parte di responsabilità. La Cerutti è un’azienda importante: il gruppo ha fatto la storia della stampa dei maggiori gruppi editoriali italiani, certamente in patria il più importante e famoso è il Gruppo Repubblica, e vanta collaborazioni con importanti zecche di stato straniere per la stampa di banconote inglesi e australiane. Come molti ricordano, l’azienda, dopo aver raggiunto l’apice della presenza globale e dei livelli occupazionali a cavallo fra gli anni ’90 e 2000, ha iniziato in particolare dal 2008 in seguito alla crisi economica mondiale, un percorso di difficoltà legato altresì anche ai cambiamenti tecnologici nel settore dell’editoria, che ha portato nell’ultimo decennio alla riduzione dei livelli occupazionali da 625 lavoratori ai circa 300 dipendenti attuali fra gli stabilimenti di Vercelli e Casale e a richiedere per i suoi dipendenti la cassa integrazione prima e, da quanto emerso in questi ultimi giorni, il concordato preventivo con relativa mobilità per molti di questi. Oggi, la forte crisi economica causata dalla pandemia globale metterà fortemente a rischio la possibilità di trovare una nuova collocazione per quei lavoratori in esubero che non potranno accedere a meccanismi di avvicinamento alla pensione, in un territorio già fortemente colpito dalla chiusura di attività manifatturiere. Pur nella consapevolezza delle grandi criticità relative al settore in cui opera l’azienda, è prioritario che la politica locale e sovra territoriale promuova e percorra ogni azione possibile al fine di salvaguardare i posti di lavoro. Con gratitudine e soddisfazione, rileviamo che la proprietà ha sempre tenuto un comportamento leale e giusto nei confronti dei suoi dipendenti. Uno strumento sicuramente da investigare riguarda l’articolo 43 del Decreto Rilancio, denominato “Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa”, che mette a disposizione dei marchi storici italiani un fondo di 100 milioni di euro per ridurre gli impatti occupazionali, favorire la riorganizzazione o l’acquisizione anche da parte dei dipendenti di aziende storiche come la Officine Meccaniche Cerutti. Il documento da noi proposto, un ordine del giorno da condividere in Consiglio, propone l’apertura di tavoli di confronto con sindacati, lavoratori e azienda e invita ad un’azione politica ai vari livelli istituzionali per verificare tutte le opzioni e le opportunità per salvaguardare i posti di lavoro e garantire adeguate tutele ai lavoratori coinvolti in questa crisi. Auspichiamo infine una seria riflessione per individuare quali misure straordinarie per il lavoro e per le imprese possano permettere di prevenire la crisi o la chiusura di altre aziende e rilanciare l’occupazione.
Il gruppo consigliare e il circolo di Casale Monferrato del Partito Democratico
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