Questo il messaggio del vescovo mons. Gianni Sacchi ai diocesani in occasione della Pasqua
Cari diocesani,
anche quest’anno, in occasione della Santa Pasqua, sento il desiderio di porgervi una piccola riflessione come un augurio di vita.
Il mattino della prima Pasqua della storia, quando è ancora buio, alcune donne vanno verso il giardino dei sepolcri.
Hanno con sé aromi e profumi, per ungere il corpo di Gesù.
C’è silenzio tutto intorno, si percepisce solo il loro camminare svelto, come il rincorrersi dei loro pensieri segnati soprattutto dal dolore e dallo smarrimento che ha sconvolto tutti.
Ma un pensiero che emerge sopra gli altri è una domanda: “Chi ci farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro?”
E questa domanda le riporta tutte alla concretezza della vita.
Il Maestro che hanno seguito e servito è morto.
È stato ucciso in modo tragico e violento.
Vorrebbero prestargli l’ultimo gesto di amore: ungere quel corpopiagato e torturato e chiudere così definitivamente la vicenda.
“Chi ci toglierà quella pietra?”
Quante volte anche noi ci siamo trovati di fronte a situazioni disperate senza via di uscita?
Quante situazioni pesanti come pietre chiudono il nostro cuore?
Abbiamo attraversato tre anni da quei tragici giorni del marzo 2020 in cui è iniziata la pandemia e stiamo da poco riprendendo in mano la nostra vita e tante relazioni che si erano interrotte o raffreddate.
Questa Pasqua ritorna per farci alzare lo sguardo e vedere che la pietra è già stata rotolata via, benché fosse grande.
La pesante pietra non c’è più.
Gesù di Nazaret, il crocifisso, non è nel sepolcro.
È vivo! La nostra speranza è viva e non muore più.
L’amore ha vinto la morte e quando noi intensamente amiamo con l’amore che riceviamo dal Risorto, vinciamo ogni morte.
Le nostre comunità e le nostre famiglie diventino luoghi in cui le persone sono accolte e amate.
Dove l’unico giudizio è quello della croce di salvezza e non il nostro.
Il Vangelo di Pasqua è tutto qui!
È il Vangelo delle pietre che rotolano e della speranza che non muore mai.
Nella Solenne Veglia di Pasqua, la notte della Risurrezione, non mancherà nella preghiera l’affidamento di tutta la mia diocesi al Risorto, affinché la vivifichi con la sua potenza di Vita immortale.
A tutti voi cari fratelli e sorelle, agli anziani, alle famiglie, agli ammalati, a chi è nella sofferenza, a chi è solo, giunga il mio augurio e ogni benedizione apportatrice di vita e di gioia.
Buona Pasqua! Cristo è Risorto!
+ Gianni Sacchi