Il grido di dolore del mondo della ristorazione casalese dopo le ultime norme sui ristori. Dal mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi casalesi e monferrini arriva alto un grido di dolore. Le fortissime limitazioni all’attività, la somministrazione di alimenti e bevande in condizioni neanche paragonabili alla normalità, le aperture e le chiusure con i passaggi di colore da una zona all’altra, dopo che le imprese del settore avevano anche affrontato spese ingenti per mettersi in regola con la normativa emergenziale, i ristori insufficienti, stanno letteralmente mettendo in ginocchio il settore. Confcommercio-Unicom ha raccolto le voci di alcuni tra loro, ormai stremati dal perdurare di questa situazione. “Quello che è successo nell’ultimo anno ha dell’incredibile, sembra quasi un film dell’orrore. L’ultima ‘puntata’ sono i ristori dell’ultimo decreto sostegni che, si prenderanno chissà quando o non si prenderanno proprio, una presa in giro peggiore non poteva essere. Si prenderà la percentuale della percentuale, dopo sei mesi di chiusura. Parlo di poche migliaia di euro contro una perdita molto più rilevante. Siamo davvero a raschiare il barile”. Marco Ginepro, titolare della Locanda Rossignoli. “I ristori, così come concepiti sono un’assurdità. Se non si è avuto un calo di almeno il 30% di fatturato rispetto all’anno precedente si è esclusi dal contributo, mentre per chi ha aperto la partita Iva dal 01/01/2019 ed entro il 23 marzo di quest’anno, non deve verificare requisiti di calo di fatturato e sono previsti rimborsi di 2000 euro per le società e 1000 per le ditte individuali. Il delivery e l’asporto non possono essere certamente un rimedio ad una chiusura che si protrae da sei mesi”. Omar Rinaldo, titolare della Brasserie. “Come Confcommercio-Unicom siamo particolarmente vicini e sensibili al momento delicato che stanno attraversando le aziende del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi in generale – dice il Presidente Costantino Mossano. Si tratta di disposizioni nazionali che devono trovare dei correttivi a Roma, in Parlamento, altrimenti sono davvero molte le imprese che rischiano di chiudere in un settore così importante per il nostro tessuto socio-economico. Per questo chiederemo con forza in tutte le sedi istituzionali che vengano effettuati degli interventi immediati, come del resto Confcommercio continua a sollecitare da mesi”.
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