Dai giornali locali abbiamo appreso pochi giorni fa della presentazione del progetto riguardante l’area di piazza Venezia e dell’ex Mercato ortofrutticolo (progetto dell’arch. Alfonso Femia). In particolare siamo stati colpiti dalle dichiarazioni del Vicesindaco o dell’Assessore all’Urbanistica che tale progetto si propone di “ … Collegare l’area del Po attraverso un anello per vivere meglio il fiume e rompere la cesura che esiste tra la città e il quartiere di Oltreponte . In questa chiave di lettura , Femia ha ridisegnato piazza Venezia”. Ma in pratica, e concretamente, cosa si intende per rompere la cesura che esiste tra la città e il quartiere Oltreponte? Sempre nella descrizione del progetto si evidenzia che “Nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo verrà costruito un edificio contenitore così ripartito: al piano terra gli spazi chiusi ospiteranno una palestra di pattinaggio di 900 metri quadri, servizi e spogliatoi per il padel di 400 metri quadri e un deposito per l’Associazione Motonautica di 300 metri quadri . Il piano ammezzato ospiterà a sua volta un’aula per la motonautica di 400 metri quadri e i servizidepositi di 200 metri quadri. Al primo piano verrà realizzata una piastra sospesa di 2.200 metri quadri per attrezzature sportive all’aperto (4 campi da padel di 10 x 20 metri )”. Bene per la riqualificazione dell’area di Piazza Venezia, un’area importante per la nostra città. E’ necessario però considerare che secondo i documenti dell’Autorità di Bacino Distrettale del Fiume Po (ADBPO ) riguardanti il Piano Gestione Rischio Alluvione (PGRA) e la Carta della pericolosità da alluvione, anche tutta l’area compresa tra piazza 25 Marzo, piazza Brigata Casale, strada Torino, viale Morozzo San Michele, via Saletta, la parte terminale di via Lanza, piazza 25 Aprile, via E. Martinotti e piazza Venezia (proprio nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo) presenta la stessa colorazione azzurro chiaro presente, ad esempio, su tutto il quartiere Olterponte, che significa “Probabilità di alluvioni scarsa (tempo di ritorno 500 anni)”.
A seguito del completamento dei lavori riguardanti l’arretramento dell’argine in prossimità di cascina Consolata siamo a richiedere al Sindaco, all’Amministrazione e all’intero Consiglio Comunale se non si ritenga opportuno, e necessario a questo punto, revisionare tutti i vincoli urbanistici che penalizzano una parte ampia del territorio comunale (circa un quarto della popolazione casalese considerando solo il quartiere Oltreponte e le frazioni di Popolo e Terranova). Riteniamo utile ricordare che tali vincoli (approvati dal Consiglio Comunale tra il 2013 e il 2014) penalizzano ad esempio la ricostruzione delle ex aree dismesse ferme oramai dal 2000 tipo la ex IBL e la ex Marietti, il vincolo di dover costruire su pilotis (palafitte) o su un rialzo di oltre 1 metro per una intera area commerciale porta ad un considerevole aumento dei costi di ricostruzione stoppando di fatto la riqualificazione delle ex aree industriali presenti su via Adam. Vi ricordiamo che tutta Oltreponte è attualmente classificata urbanisticamente in classe IIIb3, Casale Popolo è classificata in IIIb2, mentre Terranova è in parte classificata IIIb2 e parte in IIIb3. Se secondo gli Enti preposti il rischio alluvionale tra piazza Venezia ed Oltreponte, Casale Popolo e parte di Terranova è uguale, perché penalizzare ancora questi territori a Nord del fiume Po? Crediamo che sia giunto il momento e sia opportuno organizzare in tempi brevi un tavolo di confronto tra il Comune di Casale con la Regione Piemonte, ADBPO ed Aipo, per cercare di modificare classificazioni urbanistiche molto penalizzanti rispetto a 20 anni fa e nonostante tutta una serie di opere concluse. Il nostro Comitato è sempre disponibile a partecipare a questi incontri per portare, come sempre, un contributo costruttivo per lo sviluppo della nostra città.
Massimo De Bernardi, Vicepresidente C.AL.CA. (Comitato Alluvionati del Casalese)