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CASALE – Venerdì 15 gennaio si è ricordato il terzo centenario di fondazione della Congregazione e dell’Ospedale di Carità, ora denominata Ospitalità CDR Casale, con un momento semplice ma simbolico, in attesa di poter presto realizzare il ricco programma di celebrazioni, con il miglioramento della situazione generale sanitaria. Il presidente Mario Botta, con il Consiglio di Amministrazione (Fabrizio Giampaoli, Paola Luparia, Luigi Cappelletto, Pier Luigi Pilotti) ha accolto nella Sala del Consiglio, il vescovo mons. Gianni Sacchi e l’Assessore Luca Novelli, per “fare memoria” di questa fondazione, scaturita dalla necessità di rispondere alle esigenze della comunità di allora (accogliere la “Mendicità Sbandita” e portare soccorso ai poveri, orfani e alienati) con l’impegno del presente di rispondere alle necessità contemporanee del territorio (la cura e il benessere delle persone, in particolare degli anziani malati e in difficoltà, fragili per patologie e per l’avanzare del tempo). Presenti (per evitare assembramenti) il Direttore Gario Gallon e la Coordinatrice Infermieristica Elena Milanesi in rappresentanza del personale operante in struttura. L’archivista Manuela Meni ha presentato una sintesi sulla storia dei 300 anni dell’antica istituzione, la cui fondazione fu voluta fortemente dal vescovo di Casale monsignor Radicati di Cocconato, capace di coinvolgere i rappresentanti delle antiche famiglie casalesi e il Governatore della Città. Il presidente Botta ha sottolineato gli aspetti di continuità di questa fondazione, ringraziando tutto il personale per la professionalità e l’impegno quotidiano nella cura agli ospiti e ringraziando gli amministratori per la condivisione di responsabilità. Se già a inizio 2020 si pensava ad un Centenario non meramente celebrativo, ma che valorizzasse la storia dell’Ente, la più antica casa di riposo del Piemonte e tra le più antiche in Italia, con una visione di lettura del presente e di progettualità del futuro, l’emergenza Covid e la difficile esperienza scaturita hanno accentuato ulteriormente questa percezione. Il presidente Botta, che ha scritto una lettera ai presidenti che lo hanno preceduto nell’incarico, in attesa di poterli invitare in presenza, ha sottolineato il ruolo pubblico, con tutte le maggiori difficoltà gestionali che questo comporta, ma con l’insostituibile valore aggiunto politico ed etico di essere parte di una Comunità ed a questa riferirsi. L’assessore Luca Novelli, ha rivolto il suo intervento dedicando il centenario in particolare agli operatori, ricordando come nell’emergenza Covid, l’attenzione si sia rivolta più agli ospedali che alle RSA, le cui stanze sono state “l’altro fronte di guerra”. Ha rinnovato l’impegno dell’amministrazione comunale nel sostegno alla struttura “uno dei fiori all’occhiello della città”. Il vescovo monsignor. Gianni Sacchi ha ricordato il suo predecessore Radicati e l’importanza della sua intuizione di pensare alle persone in difficoltà e il “desiderio forte di realizzare qualcosa di buono” per loro; “se si pensa alla storia degli ospedali e delle università, sono nati all’ombra delle cattedrali e del campanili”, la cultura e la cultura della persona (soprattutto della persona fragile, ammalata, povera, in difficoltà) sono imprescindibili aspetti della realtà cristiana e dell’impegno cristiano. Monsignor Sacchi ha rivolto alcune parole di speranza agli ospiti e al personale in struttura, attraverso l’impianto di diffusione sonora, impartendo poi la benedizione in attesa di poter pregare e celebrare insieme e in presenza, festeggiando una storia di 300 anni per una nuova umanità.