TORINO – “I dirigenti dell’Eternit meritano vent’anni” così ha cominciato la sua requisitoria Raffaele Guariniello mercoledì in aula il processo d’appello. “Ho pensato ad altri casi simili in cui la sicurezza dei lavoratori è stata messa in disparte causando la loro morte, tragedie come la Thyssenkrupp, Sarno o San Giuliano, ma una tragedia come quella dell’Eternit non l’ho mai vista. Un disastro mondiale di cui Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier erano i registi”. Il pm conferma quindi la richiesta avanzata già durante il primo grado, insistendo sul fatto che la tragedia è tutt’ora in corso con cinquanta casi all’anno di mesotelioma solo a Casale e ai casi di Bagnoli e Rubiera, escluse dalla sentenza del 13 febbraio 2012. Il cartello dell’amianto ha sempre agito ben consapevole del pericolo di ammalarsi lavorando la fibra killer, sperando che la campagna di controinformazione mascherasse tutto. “Schmidheiny, mai comparso in aula durante le udienze, si è sempre nascosto dietro l’immagine di filantropo – ha continuato Guariniello – mentre conduceva queste attività di spionaggio e lobby”. Schmidheiny si è lamentato nei giorni scorsi della giustizia italiana, da che pulpito… Il processo proseguirà oggi con l’ascolto delle parti civili.
Christian Pravatà