L’efferato assassinio del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha suscitato un’ondata di commozione e di partecipazione riconoscente all’opera dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine in generale per la salvaguardia dei cittadini dalla criminalità e il contrasto alla delinquenza nel solco della tradizione di libertà e garanzia della legalità e dei diritti civili per tutti. Quello che maggiormente ci fa apprezzare il valoroso carabiniere morto nell’espletamento del suo dovere, è la semplicità e profondità della sua linea di vita. Rimasto orfano del padre poco più che ventenne, si è preso carico con impegno dei doveri famigliari, con una speciale apertura verso i poveri e gli scartati, che nella luce di una fede vissuta in pienezza lo ha portato a scegliere di entrare nella Benemerita, dove con lo studio ha conquistato apprezzabili avanzamenti. Ma la sua bontà naturale, vissuta in uniforme, si allargava nel volontariato. Come volontario nell’Ordine di Malta fuori del servizio andava alla stazione Termini per soccorrere i più emarginati, portando cibo e coperte. Poi come barelliere accompagnava e serviva a Lourdes e Loreto gli ammalati, e con altri fedeli andava in pellegrinaggio a Medjugorje. Si era sposato neanche un mese e mezzo fa e nella stessa chiesa sono stati celebrati i suoi funerali lunedì scorso. Ci lascia un grande esempio, come cittadino, militare e cristiano. Questa è l’Italia che ama e si fa amare, e vincerà alla fine anche con la sofferenza e il martirio, i propagandisti della divisione e dell’odio. p.b.