Giovedì 23 – Muore a Genova, all’età di 84 anni, don Andrea Gallo, prete “di frontiera” che ha dedicato la sua vita agli ultimi e agli esclusi, con una testimonianza del Vangelo sincera ma molto spigolosa. Il suo Vescovo, card. Bagnasco, celebrerà il funerale sabato.
Venerdì 24 – Grillo pubblica sul suo blog un messaggio in cui fa conoscere che l’on. Dario Franceschini, del PD, ha mandato una mail in cui invita a votare la sua compagna alle comunali di Roma. Con malizia il Cinquestelle scrive:«il compagno Franceschini e la sua compagna». Subito Franceschini ha ottenuto il sostegno della Santanché in nome dell’amore (e delle larghe intese). Scrive la pasionaria: «l’amore è solidarietà, vicinanza, condivisione. Non è questo il mondo in cui voglio vivere. Mi sarei stupita da donna se il mio compagno si fosse comportato diversamente da Franceschini, mi congratulo con lui e gli auguro di non cambiare mai». Il messaggio va anche al suo compagno…
Sabato 25 – Caduta di stile dei seguaci di don Andrea Gallo al suo funerale, che hanno fischiato il celebrante Card. Bagnasco. La maleducazione fa anche capire meglio le cose e mettere le persone al loro posto.
Domenica 26 – Al processo Ruby ha detto di aver detto molte bugie e perso la memoria. Potenza del denaro che riceve dal generoso benefattore!
Lunedì 27 – La “liquidazione” del sen. Andreotti (che dovrebbe servire per il reinserimento nella società civile…), maturata in 65 anni nei palazzi della politica (è stato veramente un senatore … a vita!) ammonta alla bella cifra di un milione di euro, a favore degli eredi. Con il rinnovo del 60% tra deputati e senatori, le casse del Parlamento sono all’asciutto e dovranno pagare a rate o fare un mutuo. Meglio sarebbe dichiarare l’insolvenza. Intanto i Cinquestelle premono per far sloggiare i due ex presidenti “storici” della Camera Bertinotti e Fini. Il primo gode di un “ufficio” di 120 mq. e il secondo di appena 66, oltre alle auto blu e una quantità di privilegi. E’ una vergogna. E direbbe Toto: «E io pago»!
Martedì 28 – Crollo dei votanti alle elezioni comunali e della Regione Valle d’Aosta. E Caporetto del Movimento Cinque Stelle che non va in nessun ballottaggio. Così il doppio turno ridà governabilità con il bipolarismo. Il governo guarda con maggior fiducia al futuro, che sarà difficile ma meno arduo.
Mercoledì 29 – Il Cardinale Bagnasco all’Assemblea della CEI ha annunciato che dopo trent’anni di tergiversazioni e di studi, bisogna ridurre il numero delle diocesi italiane, che sono 220 in un Paese di 60 milioni di abitanti: un’anomalia che già il Concordato del 1929 aveva individuato con la richiesta di stare possibilmente ai confini delle Province. E’ una richiesta ragionevole, cui aggiungere alcune aree metropolitane. Al di là dei provincialismi, proprio mentre dovrebbero scomparire le Amministrazioni Provinciali, potremmo avere un Vescovo nel capoluogo e un Vescovo Ausiliare e Vicario Generale nelle Diocesi attuali. Per alcune Diocesi il problema è un po’ più complesso: quella di Casale è in tre province, quella di Acqui su cinque e in due regioni (Piemonte e Liguria). Ma Fossano ha solo 40.000 abitanti e nel Sud ci sono diocesi così piccole per cui Papa Giovanni ebbe a dire che se a un Vescovo cade il pastorale finisce nella diocesi vicina. Ricevendo i Vescovi del Piemonte (17 diocesi su meno di quattro milioni e mezzo di abitanti, metà solo per Torino e provincia) ebbe a commentare: «Ma quanti siete!». La Chiesa farà con prudenza, probabilmente alla successione dei singoli Vescovi, per il bene dei fedeli. E anche le Nunziature (la maggior parte) e i Capitoli dei Canonici sono sotto esame.