Giovedì 11 aprile – Sono passati cinquant’anni dalla promulgazione dell’Enciclica «Pacem in Terris» di Papa Giovanni XXIII, pubblicata il Giovedì Santo del 1963; è stato il suo testamento spirituale. Consumato dalla malattia, il Papa muore dopo nemmeno due mesi, il 3 giugno. Le sue parole ispirate e l’ardore per la pace sono ancora di viva attualità.
Venerdì 12 aprile – Un commento sul mandala dei buddisti fatto alla cittadella il 4 marzo e poi dissolto il 7. Una composizione di sabbia colorata, con una rosa per esprimere il dolore per le vittime dell’amianto. Nei loro vestiti sgargianti i monaci buddisti hanno portato un apprezzato messaggio di pace e di compassione, che non fa dimenticare che il buddismo è una filosofia umana, che non manifesta la credenza in una divinità ma la sequela del Budda, il principe illuminato che visse 2500 anni fa e che propone la ottuplice via per la serenità. Cose certamente buone, ma che non fanno una religione e al limite il buddismo mi pare che sia piuttosto a-teo. Per questo può essere facilmente seguito anche da qualche calciatore nostrano. Ma è un po’ poco. D’altra parte, chi non crede in Dio è disposto a credere in qualunque cosa.
Sabato 13 aprile – I dieci saggi nominati dal Presidente della Repubblica hanno consegnato i risultati del loro lavoro, che saranno traccia per il nuovo Governo.
Domenica 14 aprile – Il Papa ha costituito una commissione di sette cardinali e un vescovo segretario per essere aiutato nei problemi della Chiesa e per la riforma della Curia. Sono prelati di tutto il mondo, con il Card. Bertello unico italiano. Si può ritenere che Papa Francesco voglia rendere più collegiale il governo della Chiesa, con una riduzione delle mansioni della Segreteria di Stato e del centralismo romano.
Lunedì 15 aprile – Si prepara l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, tra veti e silenzi, mentre il clima è entrato ormai nella più che probabile campagna elettorale. Berlusconi ha posto il veto su Prodi e Bersani è preso tra il fuoco amico di Renzi e la strategia di Silvio. Giovedì 18 si inizia a votare e poi si vedrà per il Governo. Il Capo dello Stato dura sette anni, e un governicchio qualche mese. L’anno prossimo ci saranno le elezioni europee ed occorre un anno per cambiare la Costituzione ed eliminare il Senato, così alle successive elezioni si ridurrebbero i parlamentari della metà e si potrebbe avere la governabilità con la riforma della legge elettorale. Ma soprattutto bisogna dare sviluppo alle imprese e fermare la recessione.
Martedì 16 aprile – Mentre continua lo stallo tra i partiti e impossibilità di dialogo per i veti contrapposti, il Paese va molto male e il disagio di imprese e lavoratori è insopportabile.
Mercoledì 17 aprile – Il Movimento Cinque Stelle per le elezioni del Capo dello Stato dalla rosa di dieci candidati estrae Milena Gabanelli, nome altamente simbolico, ma che come altri ringrazia e declina. C’è solo da notare il gran parlare che e lo sproporzionato effetto mediatico che si fa di un sondaggio tra soli cinquantamila iscritti, il che vuol dire che vendono bene ma non è arrosto… E quando appare l’ideologo Casaleggio con gli occhiali retrò ricorda tanto John Lennon dei Beatles e per chi è stato giovane trent’anni fa probabilmente fa effetto nostalgia indeterminata che porta voti. Ma per che cosa?