Mercoledì 25 (supplemento) – Alla Camera è stato eletto in quota PDL il Vicepresidente in sostituzione di Maurizio Lupi, diventato Ministro. E’ caduta la candidatura della Pitonessa Daniela Santanché ed è stato votato Simone Baldelli con 274 voti. La Santanché ha avuto 8 voti.
I Parlamentari di Forza Italia hanno consegnato ai due capigruppo di Senato e Camera, Schifani e Brunetta, le dimissioni in bianco come ultima protesta se Berlusconi sarà dichiarato decaduto dal Senato, per causare la caduta del Governo e le elezioni anticipate. Naturalmente, per il bene del Paese. La Borsa crolla e lo spread risale. Così con l’aumento del debito pubblico, a pagare saranno gli italiani.
Giovedì 26 – Rivolta contro le tasse a San Marino. La lillipuziana Repubblica, paradiso fiscale fino a ieri, sta andando in malora e deve aumentare le tasse, il che ha reso furibondi i cittadini, diversamente abituati, che asserragliano il Governo e dichiarano che “allora tanto vale andare in Italia”.
Per la Lega Nord Maroni è d’accordo a dare le dimissioni se Forza Italia lo farà davvero. Preoccupatissimo Napolitano, mentre Enrico Letta nella conferenza stampa fatta da New York dopo aver parlato alle Nazioni Unite e agli americani per promuovere il ruolo dell’Italia, ha dovuto dichiarare che la mossa delle dimissioni dei parlamentari del PDL e la conseguente crisi di governo è stata un’umiliazione non tanto per lui, ma soprattutto per l’Italia. Letta ha stigmatizzato la posizione di Berlusconi del “Muoia Sansone con tutti i Filistei”. Non è Sansone e gli Italiani non solo Filistei. A distanza di 70 anni dalla caduta del fascismo dobbiamo pensare che troppi in questo paese stiano lavorando per abbattere la democrazia, che era poi il piano esposto trent’anni fa da parte delle Logge Massoniche e della P2 di Licio Gelli e a quanto pare messo puntualmente in esecuzione, visto che tanti massoni e piduisti sono ancora in piena attività.
Venerdì 27 – L’inaudita mossa eversiva di sfascismo delle dimissioni in massa e con la scadenza in bianco, che non tiene in nessun conto la sofferenza del Paese che viene da mesi messo alla graticola con l’alternanza di sostegno al Governo e di freno continuo, con la tecnica di stare contemporaneamente al Governo e all’Opposizione, è diventata così chiara che ha determinato il Presidente del Consiglio Enrico Letta a una verifica che dovrebbe sfociare in un voto di fiducia o più realisticamente di sfiducia prima della fatidica data del 4 ottobre. Anche il PD chiede la verifica immediata. Nel PDL ci sono molti distinguo, almeno una decina che dichiarano a mezza voce di aver firmato, ma di esser pronti a dare la fiducia a Letta, altri di non entrare in Forza Italia ma di restare nel PDL.
Sabato 28 – Alle 18 Berlusconi ordina ai ministri del suo partito di dare le dimissioni dal Governo. La decisione è stata presa da B. dopo un pranzo con la ristretta cerchia dei consiglieri privati: Santanché, Verdini, Capezzone e in assenza di Alfano.
Domenica 29 – I ministri del PDL, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello, Nunzia De Girolamo e Angelino Alfano, hanno espressioni durissime per l’ordine partito da B. senza una discussione interna e si dissociano, manifestando l’intenzione di non par parte di Forza Italia. Letta andrà in Parlamento per chiedere la fiducia mercoledì, al mattino al Senato e al pomeriggio alla Camera; se non l’avrà di dimetterà.
Lunedì 30 – I ministri PDL formalizzano le dimissioni. La crisi di Governo è aperta. Sallustri su “Il Giornale” contesta i “ribelli”, Alfano replica che con loro non pensi di usare “il metodo Boffo” (la macchina del fango). B. ordina di dimettersi anche ai sottosegretari e lancia durissime accuse contro il Presidente della Repubblica. Cova lo sconcerto negli elettori e la ribellione nei parlamentari, ma tutti aspettano la mossa di Alfano.
Martedì 1 – Fa scalpore la bellissima cronaca su Repubblica del colloquio del Papa con Scalfari, che ha invitato alla “Domus Martae” e intanto si prepara il viaggio ad Assisi il prossimo 4 per la festa di san Francesco, in cui non mancheranno certamente le sorprese.
Per tutto il giorno frenetici incontri, mentre Enrico Letta prepara il discorso alle Camere. Nel pomeriggio Alfano, segretario del PDL, invita tutti i parlamentari a votare la fiducia. Subito E. Letta respinge le dimissioni dei Ministri e poco dopo, stizzito, Berlusconi come capo del Partito ordina di votare contro. Lo strappo è consumato. Alla sera nella trasmissione di Ballarò uno scontro durissimo tra Salustri dei reazionari, del “Giornale” e Cicchitto, delle colombe.
Mercoledì 2 – Enrico Letta al mattino al Senato e al pomeriggio alla Camera per la fiducia, con la mozione a favore firmata anche da 23 del gruppo di Alfano. Ai banchi del Governo, anche i ministri con Alfano. Il quorum è di 161 e già così sarebbero 163. Nessun problema alla Camera dove il PD ha la maggioranza da solo.
Preghiamo per il bene dell’Italia.