CASALE – Il 20, 22 e 28 gennaio scorsi la Polizia di Stato di Casale Monferrato ha denunciato in stato di libertà una donna di 54 anni, di origini francesi, residente in questa città, per una serie di furti perpetrati il 7, l’8, il 14, il 20 e il 22 gennaio precedenti in diversi reparti del locale ospedale S. Spirito. Verso le 12,35 del 7, una pattuglia in servizio di “Volante”, del Commissariato di P.S., è intervenuta nel reparto di Ginecologia ove erano stati rubati tre portafogli da altrettante borse, risultate appartenere a dipendenti della struttura, che erano custodite in una stanza non chiusa a chiave. Nella circostanza il “bottino” era stato di euro 160,00. I tre portafogli, privi del denaro, erano poi stati rinvenuti nei pressi dell’ingresso principale dell’ospedale. Nella circostanza nessuno aveva visto l’autore dei furti. L’8 seguente, nel reparto Medicina dello stesso ospedale, una donna di circa 55 anni, alta cm. 175, corporatura esile, capelli castani alle spalle, indossante un giaccone di colore marrone, con un lieve accento straniero presumibilmente francese, si introduceva in una stanza riservata al personale e trovandovi degli operatori sanitari, chiedeva loro un bicchiere d’acqua e poi riferiva di aver rinvenuto due portafogli nell’area ristoro e di averli posati sul telefono pubblico. Effettivamente in detto luogo venivano trovati e risultavano appartenere ad infermiere in servizio nel reparto che non si erano ancora accorte del furto. Da uno dei portafogli mancava la somma di euro 65,00. Nel frattempo la donna, che aveva riferito di aver trovato gli stessi per caso, si era dileguata. Il successivo 9 gennaio il Responsabile del Posto di Polizia sito all’interno dello stesso Ospedale Santo Spirito, nel corso delle investigazioni ha accertato che in entrambi i reparti colpiti dai furti era stata rilevata l’anomala presenza della suddetta donna con accento “francese”.
Il giorno dopo, verso le ore 11,00 il personale dell’ Ufficio Anticrimine, a bordo di un’autovettura della Polizia, mentre si recavano nel locale nosocomio per acquisire ulteriori elementi per l’identificazione della fantomatica donna, transitando in Corso Valentino, venivano fermati da una persona che, dal marciapiede, si sbracciava in loro direzione. Ai poliziotti, la richiedente, titolare di una Panetteria di quella stessa via, che era vicino a una donna le cui caratteristiche fisiche apparivano agli operanti identiche a quelle della persona autrice dei furti in ospedale, riferiva che la stessa, qualche istante prima, era entrata dal retro nel suo negozio, senza alcun motivo, e successivamente aveva aperto la porta della sua abitazione, non chiusa a chiave, sita nei pressi, senza peraltro nulla asportare. La panettiera aggiungeva inoltre che la stessa donna era entrata, sempre passando dal retro, anche nel negozio antistante la sua panetteria, circostanza confermata dal titolare dello stesso, ma anche in quel caso non aveva rubato nulla. Entrambi i commercianti, riferivano agli operanti di non voler sporgere denuncia nei confronti della donna che, con marcato accento francese, riferiva di non essere entrata nei negozi con l’intenzione di rubare e di essere in cura presso il locale Nosocomio nel quale si era recata nelle giornate precedenti. La stessa però veniva accompagnata negli uffici di Polizia per ulteriori accertamenti e per essere fotosegnalata. In Commissariato la donna, in lacrime, confessava di essere l’autrice dei furti perpetrati in ospedale e di averli commessi perché, ossessionata dal gioco del “LOTTO” e dunque affetta da una forma compulsava di ludopatia, doveva procurarsi il denaro per effettuare le puntate sui numeri che però non “uscivano mai” tanto da indurla a rubare di continuo. La stessa, dopo le formalità di rito veniva rilasciata. Nonostante l’individuazione della Polizia e la “confessione”, il 14 gennaio seguente, la donna, era nuovamente sorpresa mentre usciva dalla stanza del reparto di Ginecologia ove in precedenza aveva rubato dei portafogli. Bloccata era stata controllata dall’Ispettore del Posto di Polizia, che aveva constatato che ella era in possesso di euro 160,00 in contanti, denaro asportato poco prima da quattro portafogli custoditi nella citata stanza, e che veniva immediatamente restituito alle legittime proprietarie. Ancora il 20 successivo la suddetta donna riusciva a mettere a segno un altro furto nel reparto neurologico, del locale nosocomio, ove rubava un portafoglio di una infermiera contenente euro 80,00 in contanti che non erano recuperati, in quanto già utilizzati per una puntata al “Lotto”. Il 22 seguente, la donna, dopo aver tentato un furto presso il centro prelievi unificato, era bloccata, mentre tentava di darsi alla fuga, dal Presidente dei Tribunale per i diritti del malato, un Sovrintendete Capo della Polizia in pensione che, ironia della sorte, quando era in servizio lavorava proprio presso il Posto di Polizia dell’ospedale S. Spirito.
LA VITA CASALESE PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI ALL’EDITORIA.
“La Vita Casalese”, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.