Il personale del Commissariato di P.S. di Casale Monferrato, l’8 giugno scorso, al termine di una considerevole attività d’indagine ha deferito in stato di libertà all’A.G. di Vercelli due persone, un uomo e una donna, rispettivamente di 20 e 24 anni, in quanto ritenuti responsabili in concorso fra loro dei reati di furto aggravato e rapina, nonché un complice, di 48 anni, per il reato di favoreggiamento reale. I fatti, risalenti allo scorso mese di maggio, sono accaduti in due giorni diversi, a poca distanza l’uno dall’altro, nelle cui occasioni, i due rei, utilizzando la nota tecnica “dell’abbraccio”, riuscivano a trafugare a due persone gli orologi Rolex indossati al polso, entrambi di ingente valore economico, corrispondente a circa 15.000/20.000 € ognuno. In particolare, nel primo episodio, consumato nella centrale piazza Martiri della Libertà, la vittima veniva avvicinata dalla donna, la quale, con la scusa di chiedere informazioni per un impiego, gli consegnava un biglietto manoscritto, serrandogli con la mano il braccio. In pochi secondi, distraendo la vittima ed impedendogli di liberarsi dalla stretta, cagionandogli anche del dolore al polso, gli sfilava l’orologio con tale maestria tanto da non farsi al momento scoprire. Subito dopo l’autrice del fatto si allontanava a bordo di un’autovettura non individuata dalla vittima, la quale solo dopo circa 20 minuti si accorgeva della mancanza del proprio Rolex. Il personale operante del Commissariato di P.S. acquisiva circonstanziate informazioni dalla vittima, la quale forniva anche una descrizione fisica dell’autrice del reato, e successivamente esaminava i filmati di video-sorveglianza cittadini non riuscendo ad individuare la donna, a causa della elevata distanza dal punto di ripresa, ma solo l’autovettura con la quale era giunta nei luoghi del compimento del gesto antigiuridico e seguiva la vittima in attesa di mettere in atto il piano criminale. Nei giorni immediatamente seguenti, mentre erano ancora in corso le investigazioni sul primo episodio, nell’area di parcheggio di un supermercato cittadino si verificava un fatto analogo, attuato con il medesimo “modus operandi”, ai danni di altro soggetto e con obiettivo sempre l’orologio di pregio. Anche in questo secondo caso venivano acquisite dettagliate informazioni dalla vittima, nonché la descrizione fisica della donna, risultata compatibile con quella resasi responsabile del primo episodio. Veniva pertanto svolta un’ulteriore e più intensa attività investigativa, al termine della quale, gli operanti, oltre ad individuare ed identificare l’autrice materiale degli eventi delittuosi, acquisivano, altresì, elementi indiziari sul complice, svolgente la mansione di autista in entrambe le occasioni. Le autovetture utilizzate per la commissione dei reati sono poi risultate diverse ed entrambe intestate ad un c.d. prestanome, ovvero soggetto intestatario di veicoli concessi in uso a persone dedite alla commissione di attività illecite.
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