RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
In questi tempi, paura, rabbia, nostalgia ma anche gratitudine, speranza e orgoglio occupano i nostri animi. Siamo stati colti di sorpresa da questa terribile emergenza mondiale che si è presentata alle porte di ogni Paese, riuscendo a dilagare, con il suo terribile virus, per le strade delle nostre città.
Proprio l’ormai conosciutissimo CoVID-19 ha fatto sì che il mondo intero cambiasse. Abbiamo dovuto cambiare le abitudini di ciascuno di noi, le abitudini sociali e quelle del sistema economico dei vari stati e, addirittura, continenti.
Un cambio di paradigma di dimensioni planetarie, a cui a nessuno è stato permesso sottrarsi.
È un nuovo inizio?
Molte studiosi, filosofi, scrittori e artisti dei nostri tempi hanno più volte espresso il pensiero riguardante la possibilità, proprio a causa di questa pandemia, di un grosso cambiamento che potrebbe verificarsi nel sistema economico, scientifico e sociale dei nostre nazioni.
Nessuno può prevedere con esattezza che cosa accadrà dopo questo evento colossale ma molti tendono a pensare ad una nuova rinascita che sposterà l’impegno per l’economia, la scienza e la società su obbiettivi e principi differenti dal passato.
Il campo della tecnologia e della Green Economy sembrano i più quotati nell’immaginario di molti.
Studiosi importanti come Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, o il prof. Andrew Cunningham, della Zoological Society of Londra, hanno sottolineato l’importante ruolo che stanno giocando la distruzione degli ecosistemi e le alterazioni provocate dai cambiamenti climatici e che quindi questo cambiamento potrebbe essere legato proprio al nostro modo di rapportarci con l’ambiente.
Il CoVID-19 è quindi un preambolo di cosa potrebbe accadere nei prossimi anni?
Alcuni di noi si stanno quindi chiedendo se il nuovo coronavirus potrebbe essere l’inizio dei molteplici avvenimenti che gli scienziati hanno previsto per gli anni futuri nel caso perseverassimo nella distruzione del nostro pianeta.
Come dice lo scrittore e divulgatore scientifico David Quammen: «più distruggiamo gli ecosistemi, più smuoviamo i virus dai loro ospiti naturali e ci offriamo come un ospite alternativo». É quindi più reale che mai il pericolo che quest’emergenza sia solo l’inizio di un periodo che ci porterà ad eventi di una portata assolutamente non da sottovalutare.
Ma com’è possibile che clima e ambiente siano una delle cause concatenanti di questa pandemia?
Prima di tutto è necessario capire cos’è lo spillover. Quammen, in un’intervista di Wired, ci spiega come avviene il salto di specie di un virus da animale a uomo. Asserisce che nei nostri diversi ecosistemi naturali, animali, piante ed altre creature contengono virus unici, molti dei quali possono contagiare gli esseri umani; l’invasione e alterazione degli ecosistemi espone quindi l’uomo a nuovi virus.
Quando un virus effettua uno spillover cioè un salto di specie da un portatore animale ad un essere umano, e si adatta alla trasmissione uomo-uomo, grazie alle alte densità demografiche e ai viaggi che intorno al globo che ci caratterizzano, la diffusione dello stesso si verifica in maniera esponenziale. Un’esempio di spillover lo possiamo trovare nel passaggio dal virus Hiv-1 degli scimpanzè all’essere umano.
Un altro problema è legato all’urbanizzazione incontrollata; secondo Ilaria Capua, in un’ntervista rilasciata da Linkiesta: «Le megalopoli hanno amplificato l’area del contagio. La globalizzazione l’ha estesa a tutto il pianeta – come pensiamo che sia arrivato il virus in Europa? Con l’aereo – e l’effetto domino che abbiamo sotto gli occhi, a livello sociale e soprattutto economico, è immenso.»
Inoltre il “Lancet Countdown Report 2019” evidenzia il legame tra clima e virus associando i cambiamenti climatici all’aumento della diffusione delle patologie infettive: in un pianeta caldo e umido, virus, batteri e parassiti potrebbero trovare le condizioni ideali per esplodere, diffondersi e ricombinarsi.
Sempre a causa del riscaldamento che interesserà la Terra e il conseguente scioglimento dei ghiacci saranno liberati nell’ambiente virus molto vecchi e potenzialmente pericolosi al momento sconosciuti.
Un esempio della pericolosità dello scioglimenti dei ghiacci potrebbe essere lo studio di un team di scienziati statunitensi e cinesi i quali, esaminando due campioni di ghiaccio risalenti a 15000 mila anni fa prelevati dall’Altopiano Tibetano, hanno ritrovato intrappolati al loro interno 33 virus di cui 28 ancora sconosciuti e quindi potenzialmente pericolosi.
Scott Rogers, un professore della Bowling Green State University scrive: “questa situazione potrebbe scatenare una piaga incurabile che potrebbe compromettere l’esistenza della vita sul pianeta. I pericoli racchiusi nel ghiaccio sono reali e, con gli aumenti dello scioglimento del ghiaccio in tutto il mondo, aumentano anche i rischi derivanti dal rilascio di microbi patogeni nell’ambiente”.
Siamo quindi pronti ad affrontare nuove epidemie anche più letali di quella del coronavirus?
Abbiamo le prove che un virus con una percentuale di mortalità bassa come quella del CoVID-19 è riuscito a mettere in ginocchio anche gli stati più potenti, è quindi il caso di sfidare ancora la natura e provare sulla nostra pelle se “forse un giorno saremo capaci di contrastarli”?
Questa valutazione la lasciamo fare a voi lettori.
Ora che abbiamo capito quanto sia importante ascoltare la scienza, quanto sia importante la prevenzione e quanto sia importante la nostra salute, dobbiamo imparare ad ascoltare e cambiare il nostro sistema devastante, ambientalmente e umanamente parlando.
É ora di chiedere alla politica un cambio di rotta importante, essenziale per il futuro della collettività, la Green Economy e la sostenibilità in toto devono essere gli obbiettivi principali della rinascita post-coronavirus, sia a livello nazionale che a livello locale.
La Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con gli economisti di Cles srl, sostiene che perseguire gli obbiettivi per la sostenibilità potrebbe non solo migliorare la nostra qualità di vita e ridurre il nostro impatto sull’ecosistema, ma anche creare, solo in Italia, circa 800.000 nuovi posti di lavoro entro il 2025.
Il cambiamento è necessario a partire dai piccoli Comuni come il nostro con l’elaborazione di piani atti a convertire la città in una città green sotto tutti i punti di vista: dai trasporti all’energia, dai rifiuti all’edilizia a tutti i settori che hanno un’influenza negativa sull’ambiente.
Questa emergenza ci sta dando l’opportunità di cambiare le cose, è un chiaro avviso di quello che potrebbe accadere; rialziamoci, rialziamoci e facciamo in modo di rinascere con l’innovazione e il cambiamento da tanti atteso. Sproniamo i nostri Comuni, le nostre regioni e i nostri politici a fare di più perchè queste disgrazie non si verifichino più. Ci vogliono piani per l’economia, per la mobilità ma anche per la sanità perchè ne avremo sempre più bisogno se non faremo qualcosa
Questa volta ci è andata “bene”. La prossima, chissà…
Nella speranza che, davvero, tutto andrà bene.
Fridays For Future – Casale Monferrato