ROSIGNANO – Risultati incoraggianti per la lotta alla Flavescenza dorata della vite, la patologia diffusa sul territorio, presente da anni, che registra il permanere di una situazione negativa per i produttori, una serissima minaccia all’economia del territorio. Se ne è parlato ad un incontro all’Istituto Luparia di Rosignano Monferrato, questa mattina, mercoledì 16 maggio, in cui sono stati presentati i risultati di una sperimentazione finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e gestita da un team di esperti: il responsabile tecnico della Cia Fabrizio Bullano con Gisella Margara, Alberto Pansecchi e Marco Visca, insieme al responsabile del progetto Dario Aceto. La Flavescenza dorata è una malattia epidemica che attacca la vite, il suo agente infettivo è un fitoplasma molto simile ai batteri. La malattia non si trasmette attraverso le operazioni di potatura o attraverso i residui lasciati nel terreno, ma viene trasmessa da un insetto, Scaphoideus titanus, vettore unico di questa malattia. Molte sono le sperimentazioni e le prove per combattere i giallumi, ma non sempre i risultati sono stati efficaci. Gli studi e l’esperienza pratica dei tecnici ci dicono dell’impossibilità dell’eradicazione della Flavescenza, mentre deve essere possibile convivere con la malattia e mantenere in vita il vigneto e il reddito degli agricoltori. Di grande interesse, il progetto illustrato oggi che ha come obiettivo quello di addivenire ad un risanamento delle piante malate attraverso la sistematica eliminazione delle parti di vegetazione che mostrano i sintomi di giallume. Inoltre, il progetto intende definire con certezza se i nostri vigneti soffrono di Flavescenza dorata o di Legno nero, malattia che presenta gli stessi sintomi. La sperimentazione si è incentrata su due vigneti nei quali sono stati individuate le piante colpite da giallume e sulle quali sono state asportate le parti sintomatiche e svolte le specifiche analisi. I risultati sono stati incoraggianti perché nelle piante ripulite dai germogli con sintomi di giallumi si è riscontrata una mortalità solamente del 32.5%, mentre per il 29.5% delle piante trattate c’è stata una remissione totale dei sintomi e le stesse, nel 2017, sono tornate produttive. Per il 20% delle piante non si è più rilevata alcuna presenza del fitoplasma. Questo tipo di intervento è alla portata di tutti i viticoltori e ha dimostrato la possibilità di vedere risanato, senza costi aggiuntivi, ben il 50% delle piante affette da Flavescenza dorata.
Spiega Fabrizio Bullano: “Per contenere la Flavescenza occorrono tre azioni: la corretta gestione agronomica del vigneto con l’asportazione dei germogli sintomatici, come fatto nel corso del progetto, ma anche i trattamenti fitosanitari, il contrasto agli incolti, ai vigneti abbandonati e alle viti inselvatichite. I risultati del progetto sono soddisfacenti, ma questo da solo non basta a risolvere il problema, che va trattato tenendo conto della complessità totale degli aspetti concomitanti”.
Conclude Carlo Ricagni, direttore provinciale Cia Alessandria: “Non bisogna abbassare la guardia sulla Flavescenza dorata e il lavoro dei nostri tecnici ci sta dimostrando che la convivenza è possibile e con essa la salvaguardia del nostro territorio, delle nostre eccellenze vitivinicole e dei redditi dei nostri agricoltori”.
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